Meo Sacchetti ha raccontato un po' del suo passato bolognese alla Gazzetta dello Sport. Un estratto dell'intervista.

"Quando sono arrivato a Bologna ho scoperto un mondo nuovo, quasi un altro pianeta. Provenivo da Torino, dove l'interesse per il basket era molto debole. Avevo 22 annipiù giovanissimo ma non ero ancora un giocatore vero. Qui ho conosciuto una passione senza pari per i canestri, ieri come oggi,e ho compiuto il salto di qualità mentale e professionale frequentando allenatori e giocatori importanti. Basket City ha svoltato la mia carriera.
Il Gira allora era targata Fernet Tonic del gruppo Oro Pilla.Aveva una proprietà ambiziosa, il presidente Forni era un gallerista. Arrivai insieme a Frediani e Anconetani dall'Auxilium. In A avevo giocato poco e quella B,in una squadra dove c'era anche Massimo Masini,divenne il mio trampolino di lancio. Due promozioni di fila ci portarono in A-1.Il club voleva lo scudetto e le coppe. Battemmo la Virtus campione d'Italia incarica sul suo campo in una poule tricolore. Nel Gira c'era anche Bariviera,il mio modello a quei tempi. Eravamo una bella squadra.
Allora la Virtus vinceva gli scudetti e la Effe stava sotto. Quei derby erano uno spettacolo di colore e atmosfera. L'anno scorso volevo venire da spettatore solo per godermi la coreografia prima della gara.Mi spiace solo che non lo giocheremo al PalaDozza per gli impegni presi con l'Unipol Arena. Sarà per l'anno successivo, Piazza Azzarita rimane per me il più bel posto per giocare a basket in Italia.
Lucio Dalla una sera mi invitò a cena e vedendomi mangiare di gusto mi fulminò, 'Meo sei un bravo giocatore ma sei troppo grasso. Dovresti dimagrire'.Ero 108kg, ditemi voi come potevo perdere peso nella città dove tortellini, lasagne e tagliatelle sono un'arte. Per me era impossibile. Ci penso anche adesso che sono sopra i 110 kg: dovrò stare attento alla cucina bolognese e so già che sarà durissima resisterle"


(Foto Stefano Ponticelli)

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