Presidente Pietro Basciano, l’attività di LNP entra nel mese più intenso dell’anno: martedì la presentazione della Final Eight di Coppa Italia 2020 per le 8 migliori squadre di Serie A2 e Serie B; l’1 marzo termina il girone di ritorno di A2, dal 6 all’8 si gioca la doppia Final Eight, il 15 scatta la novità della fase ad orologio.

“Tradizionalmente è il mese in cui si tracciano i primi bilanci e si inizia a poter leggere dentro quello che la stagione ci potrà riservare fino a giugno. Siamo felici di essere martedì nuovamente a Roma ospiti del Corriere dello Sport, che assieme a Tuttosport offre settimanalmente una importante vetrina alla nostra realtà; il termine del ritorno in A2 ci darà una gerarchia di valori più consolidata, dopo 26 giornate; poi ci trasferiremo a Ravenna per la fase finale di Coppa Italia, ospiti di una città che dopo essere stata capitale lo sarà per tre giorni anche del nostro basket; e la settimana successiva scatterà la novità della fase ad orologio, che nei sei turni in calendario ed il continuo incrocio tra Est ed Ovest ci darà ulteriori indicazioni sul livello di competizione tra i due gironi, avvicinandoci ai playoff”.

- Quale è il suo personale bilancio, dopo cinque mesi di stagione?

“Credo sia corretto analizzare ciò che vediamo oggi come il frutto delle strategìe precedenti di LNP. E’ la stagione in cui andiamo a regime con la riforma dei campionati, raggiungendo il nostro obiettivo di tornare ad avere due promozioni in Serie A. Per anni la A2 è stata vittima dell’imbuto di avere una sola promozione, a fronte di un campionato a 32. Serviva maggior rispetto per i proprietari dei Club più ambiziosi, ed ora le due promozioni rendono giustizia ai loro investimenti. A questo aggiungo, non meno importanti, le quattro promozioni dirette dalla B in A2, rispetto alle tre del passato”.

- All’indomani di un’annata di transizione con le tre promozioni in Serie A.

“Cui noi non ci siamo opposti per i motivi già esposti, in accordo con FIP e Legabasket. Pure se ovviamente ha depauperato la realtà delle stagioni precedenti. Ma è altrettanto vero che lo sport in Italia vive di queste passioni ed emozioni e non può certo essere la politica ad inibirle. Avevamo un obiettivo comune, più promozioni in A. E lo abbiamo ottenuto, noi ed i Club”.

- Cercando di dare un ulteriore valore alla riforma, riducendo il numero delle squadre.

“Lo abbiamo ritenuto necessario, per tornare ad invertire la ruota, alla ricerca di migliore qualità, rimettendo in circolo più giocatori per i roster. Non è stata una scelta facile, sul piano politico, dire lo scorso anno ai Club di A2 “retrocedete in cinque”. Però lo abbiamo fatto. E lo sottolineo, visto che si parla molto della necessità di ridurre le squadre. Certamente non mi aspettavo che la Serie A le aumentasse a 18. Ma, vorrei fosse chiaro, non siamo quelli che guardano in casa d’altri e spiegano agli altri cosa bisogna fare”.

- E vede qualità?

“Vedo che la ripartenza del nuovo corso azzurro ha pescato dalla Serie A2, con Candussi e Bortolani. Ma aggiungo anche quelli che in A2 hanno trovato spazi, li hanno sfruttati e sono stati fondamentali per lanciarli in A, come è successo in tempi recenti per Pecchia, Tessitori, Totè, Akele”.

- Quindi c’è spazio per i giovani?

“Se sono di valore, non vedo allenatori che non offrano loro spazi. Gli altri se li devono conquistare. Lo scorso anno Roseto, con i giovani, ha fatto i playoff e mandato in A tre giocatori, Akele, Eboua e Rodriguez. Poi le stagioni non sono tutte uguali, capita anche a roster di navigati senior”.

- Uno dei punti nodali del suo mandato è quello di ricordare ai proprietari l’obbligo di investire i reali capitali a disposizione. Senza salti nel buio, mettendo a rischio l’esistenza del Club.

“I Club restano organizzazioni private e non possiamo come LNP andare a sindacare sulla loro gestione ed i loro bilanci. Il messaggio però resta un obbligo. Come non lo era istituire i controlli Comtec in ambito dilettantistico, gestiti dalla Fip. Ed invece li abbiamo introdotti, unici in Italia. Questo sicuramente ha consigliato una maggiore attenzione ai conti, dando più stabilità ai tornei. Così come LNP, attraverso le liberatorie, tiene monitorata anche la Serie B. In precedenza non si faceva”.

- Ritiene che i risultati di quest’opera siano tangibili?

“Mi sembra che le Società salite in questi anni dalla Serie A2 siano in larga maggioranza presenti, con buona stabilità, in Serie A. Diciamo che forniamo un buon ricambio. Magari è l’interscambio che difetta, se pensiamo che per tre volte non abbiamo avuto un’eredità dalla serie superiore. Questo sempre stando alla realtà dei fatti e non alle opinioni”.

- Una retrocessione può far parte di un percorso sportivo, senza la necessità di renderla un dramma.

“Anzi, la discesa in A2 è stata in più d’un caso la salvezza, per via dei costi di gestione decisamente inferiori. Cosa che ha consentito, nei casi virtuosi, di risanare, avere nuova stabilità, ottimizzare le risorse, tornare ad investire. E, sul piano sportivo, un record vincente che ha riacceso la passione ed i flussi di pubblico nei palasport. In un campionato molto equilibrato e divertente”.

- Qual è il manifesto di LNP?

“Ci riteniamo il campionato italiano per eccellenza. E lo sosteniamo con gli incentivi economici per le Società di A2 e B che investono nella formazione e crescita dei giocatori Under 21 e li fanno giocare; così come nelle strutture, tramite il progetto Ranking. In più aggiungiamo particolare attenzione alla formazione dei dirigenti, attraverso la collaborazione con l’Università IUL di Roma e l’Università di Siena”.

- La buona notizia?

“Per una realtà come la nostra dico l’estensione dell’accordo con il gruppo Cigierre, nostro title sponsor con il marchio Old Wild West. Dopo i primi due anni di collaborazione, ritrovarsi al tavolo con reciproca soddisfazione per decidere di proseguire nel rapporto è un segnale importante circa il messaggio che possiamo veicolare. Sia agli appassionati, che hanno gradito le opportunità offerte frequentando i locali, che di ritorno per gli sponsor”.

- Sul piano della visibilità qual è la sua analisi?

“Pienamente soddisfacente. Abbiamo dal 2017 un accordo con Sportitalia, che negli anni si è consolidato attraverso l’aumento del numero di partite trasmesse. E la crescita degli ascolti di quest’anno, per certi versi inattesa, ha creato le premesse per avere, tra il 2 ed il 9 febbraio, le quattro dirette in otto giorni, fatto senza precedenti per la pallacanestro in chiaro durante una stagione regolare. A questo aggiungiamo la piattaforma LNP PASS, attiva da cinque anni. Che pur facendosi carico delle complessità di un torneo a 32 squadre, ora 28, con un monte partite enorme, negli anni si è andata consolidando. Essendo di nostra gestione non è soggetta alle possibili insoddisfazioni dei partner, evento che nel mondo dei player televisivi può sempre verificarsi e con poco potere contrattuale. Soprattutto per noi, che rappresentiamo un secondo ed un terzo campionato nazionale, perché poi in streaming offriamo da due anni anche partite di Serie B, con ottimi risultati. I partner sono soddisfatti, ad esempio Fastweb ha sperimentato per la prima volta il 5G in un nostro evento, la Supercoppa”.

- Il prossimo passo di LNP?

“Proseguire sulla strada di perseguimento degli obiettivi condivisi con il Direttivo di LNP. Stabilità, sviluppo, innovazione. Anche attraverso gli eventi. Siamo sempre disponibili a sederci a qualunque tavolo, così come in passato abbiamo proposto noi, ed invitato, ma senza ottenere risposte. Abbiamo raggiunto un equilibrio nella formula dei campionati, riducendo le squadre. E sia chiaro che le due promozioni in A non si toccano. Così come non siamo disponibili a riallargare il numero delle squadre per esigenze e problematiche altrui. Tantomeno leggendo sui giornali ciò che dovremmo fare. Tra l'altro, cose che abbiamo pure fatto. Ma sia altrettanto chiaro che nel momento in cui si dovesse ripensare, per il futuro, una ristrutturazione totale dei campionati, dalla Serie A alla Serie C regionale, saremo ben lieti di partecipare e dare il nostro contributo”.

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