IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-TORTONA
Ad un certo punto, ieri, pareva una di quelle partite per cui i complottisti avevano gioco facile nel raccontare che questi giocano contro: forse esagerato, anche perchè andrebbe capito contro chi stessero giocando se non loro stessi. Di certo, questi giocano male, svogliati e imbarazzanti nel proseguire una strada fatta di nessuna organizzazione difensiva e unico interesse quello di andare in attacco a cercare (nemmeno tanto bene) fortune. E alla fine a dimettersi è Pavani: la cosa era prevista - già da tempo aveva fatto capire di voler tornare ad un ruolo più adatto alle sue caratteristiche professionali - ma se la squadra non difende non è colpa sua. Se vengono presi giocatori solo per adeguarsi a certi consiglieri non è colpa sua, o comunque non solo sua.
La colpa è una filiera che nasce sì, certo, dai piani alti, ma che poi passa da continui errori nelle costruzioni delle squadre, ad allenatori che non possono fare miracoli per mettere insieme pezzi di puzzle che assieme non ci stanno (Martino è il quarto in poco più di un anno a dover allargare le braccia e scusarsi), a giocatori che ingrassano cifre non riuscendo a fare altro, e forse anche a commentatori continuamente abbindolati da numeri e statistiche e poco incisivi, per questo, nel palesare gli errori strutturali e continui, ormai da due anni a questa parte. Certo, Pavani ha mille colpe su altri tavoli, ma se viene preso un Charalampopoulos che arriva all'ombelico dei suoi dirimpettai, se si continuano a prendere esterni americani che non sanno quale sia il proprio ruolo, se dopo 16 partite ancora non c'è un cambio per Durham, le colpe non sono tutte sue.
E allora si vada avanti con quello che c'è, perchè non si può accusare la società di immobilismo, come detto giustamente da Antimo Martino anche ieri a fine partita: toccato il fondo ora si decida, se risalire o scavare. Ma con un gruppo di giocatori dove non ce n'è uno che sappia saltare o che non si faccia superare in palleggio dall'avversario, dove si va a rimbalzo infastidendo i propri compagni solo per indorar cifre, dove la difesa è solo un fastidioso orpello tra un attacco e l'altro attacco, dove lo stesso attacco è attendere palloni da fermi per evitare errori, e dove in alcune posizioni gli avversari vanno a canestro in continuo uno contro zero, allora ci sarà da smuovere cuori e orgogli laddove le caratteristiche latitano. Forza e coraggio.
Più su - Alla fine Borra è il meno peggio, e sa benissimo pure lui che se la gerarchia di merito è questa, qualcosa non funziona.
Spalle al muro - Tutto il resto, nessuno escluso, perchè ogni giocatore, qua, per quanto visto ieri, potrebbe avere un capitolo dedicato.