ESPOSITO: LA VIRTUS E' DA PRIMI QUATTRO POSTI. SONO CONTENTO DELLA EFFE IN SERIE A E DEL RITORNO DEL DERBY
Vincenzo Esposito, che con la sua Brescia ha battuto la Virtus al Memorial Bertolazzi e oggi se la vedrà con la Fortitudo, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.
Che impressione le ha fatto la Virtus? E' una squadra ancora in fase di costruzione. È zeppa di talento, ma come quasi tutti in questa fase di precampionato è ancora work in progress. Sulla carta, assieme a Milano, Venezia e Sassari, è da primi quattro posti. Noi di Brescia siamo nel gruppone a metà classifica: potremmo arrivare tra le prime otto, cosa che sarebbe il nostro sogno, o uscire dalla lotta salvezza il prima possibile.
Che Fortitudo si aspetta? In questa fase mi sto concentrando soprattutto sulla mia squadra. E' un periodo di grandi esperimenti. Comunque sono contento del ritorno in A della Effe e del ritorno di almeno due derby con la Virtus. Il movimento ne ha bisogno. Per me quella con la Fortitudo non sarà mai una partita come tutte le altre. Il legame con la piazza, con la città e con i tifosi è ancora molto forte e nulla potrà mai cancellarlo. Poi è ovvio che, essendo un professionista, quando inizia la gara metto da parte le emozioni e i ricordi.
Robertson? Lo avevamo seguito anche noi qui a Brescia. Ha qualità atletiche e tecniche per far bene in Italia. E' uno degli stranieri più interessanti arrivati quest'anno in Serie A.
L'arrivo di Aradori? Sono contento che Pietro sia arrivato in un club in cui era ed è desiderato. Potrà dimostrare di essere il giocatore che è. Delle sue altre situazioni, la fine del rapporto con la Virtus ed il suo taglio in Nazionale prima dei Mondiali, non mi piace parlare. Non so come sono andate veramente le cose.
Ritornerebbe ai due giocatori stranieri in Serie A? E' difficile dirlo. Ci sarebbero pro e contro. Sicuramente sei stranieri possono essere tanti ma la situazione economica è anche tale che a volte conviene prendere uno straniero a 50.000 dollari più che un italiano a 50.000 euro. Ci vorrebbe una unità di intenti a 360°, cosa che ora mi sembra non esserci.
(Foto di Fabio Pozzati)