Il presidente del CONI Giovanni Malagò è stato intervistato dal Secolo XIX. Un estratto delle sue parole.

Quando ha capito che stava calando il sipario sullo sport italiano? La sensazione covava sotto la cenere. Poi si Ë diffusa a macchia di leopardo tra dirigenti e atleti. Era il 9 marzo, giorno dell'ultima partita.

Il calcio? Sono il primo a riconoscere la specificità del calcio e il diritto/dovere di cercare ogni strada per chiudere la stagione. Ma non hanno mai pensato a un’alternativa.
Invece di pensare al campionato o alle coppe, bisogna pensare a mettere in sicurezza il futuro. Perché il vero problema non è l’oggi ma il domani.


Non assegnare gli scudetti? Non mi permetto di parlare di etica. Ma è palese il bisogno di lasciare un segnale, è un sentimento molto diffuso tra la gente.

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