IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-BRESCIA
La fotografia della partita, e forse anche della stagione Fortitudo, è una azione verso la fine del secondo quarto: Laquintana (che con tutto il rispetto non è Jacobs e nemmeno MJ) che fulmina Durham dal palleggio e, a difesa F schierata, arriva al ferro con gli altri 4 bolognesi a guardarsi attorno fingendo di non vedere: Totè si sposta dalla parte opposta e Aradori preferisce restare attaccato a Moss che nemmeno o quasi guarda l'azione. Bordata di fischi, lancio della lavagnetta da parte di Martino, piccola reazione ma poi, alla fine, sconfitta. Con altri 90 presi - sia Brescia che Bologna sono state quasi in media - e un'altra occasione drammaticamente persa in casa. Perchè va bene, i lombardi sono in formissima eccetera, ma se non ora, come si diceva un tempo, quando? E certe azioni del primo tempo, quando la Fortitudo concedeva ad ogni possesso o tripla o schiacciata, hanno dimostrato una cosa: non erano gli ospiti ad essere imbattibili, ma i locali ad essere fin troppo battibili.
E' giusto che Martino ricordi che le somme vanno fatte a fine stagione, e che ora ci si deve stringere attorno a chi c'è per provare a salvare il salvabile. Ma visti certi guai strutturali il problema non è che se ne sono vinte solo cinque, ma come si sia riusciti a vincerle, quelle cinque. Con una squadra che non ha la minima affidabilità nei ruoli di uno e cinque, che ha voragini difensive nei ruoli di tre e di quattro, e che nel ruolo di due ne ha cambiati ormai non si sa quanti. E se il mercato di riparazione dopo i guai estivi ha portato a giocatori mediocri o ibridi, allora è chiaro che per arrivare al terzultimo posto servirà qualcosa che andrà al di là delle qualità dei singoli. E chi dice che con questo roster ci si deve per forza salvare, forse non ha visto come, a livello di collettivo, purtroppo non ce n'è uno che si azzecchi con l'altro. Avanti, alla prossima.
Più su - Qualcosa da Frazier, che almeno non si impantana aspettando pappe pronte e ci prova per quanto può. Poi? Basta.
Spalle al muro - L'immobilismo di Groselle, Durham che ancora non ha capito che al primo raddoppio sparare un passaggio laterale è un ottimo modo per aprire l'altrui contropiede. La fragilità di Feldeine. La poca reattività a rimbalzo difensivo di Totè. Serve andare avanti?
(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)