VENEZIA - FORTITUDO, IL DOPOPARTITA
Non c’è stata la sanremese Acqua alta in Piazza San Marco, e chissà se questo basterà e avanzerà per spiegare all’universo mondo che questa Fortitudo non è una accozzaglia di vecchi egoisti che non vede l’ora di finire la stagione. Venezia è stata una partita equilibrata per 32’, poi le inevitabili differenze si sono viste, forse anche figlie di un episodio controverso al 30’ che ha girato un po’ di inerzia: ad occhio il tiro di Filloy è partito prima del gong, magari si potrebbe disquisire su quando il cronometro è partito, però così è andata. In una serata dove Bologna ha tirato meglio, 52% a 43%, ma dove ci si è accorti – toh – che i tiri da 3 valgono più di quelli da 2. E Venezia ne ha infilati 15 contro 2.
Giornata comunque di grande raziocinio, per una Fortitudo che ha cercato di non sfilacciarsi, che ha sbagliato poco (anche se alla fine sono state 15, le perse) e non si è mai realmente scomposta. Non esistono buone sconfitte, ma di certo l’impressione del post sabato 18 è migliore del post sabato 11, per quel che vale, e ricordando che questa squadra non è stata costruita per dominare in laguna. Magari per non farsi uccellare da Pesaro, ma vabbè. Ora si cerchi di recuperare tutti, tenendo presente lo scalpitante Dellosto, un Robertson che qualche minuto come portatore di palla lo può ancora dare, e che forse, chissà, Mancinelli in quintetto potrebbe dare minuti migliori di quelli che produce uscendo dalla panchina. Solo una impressione, per quel che vale.
Grande grande grande - Sembravano pronti per i tornei di burraco, ma Cinciarini e Mancinelli ancora un bel po’ di cose da dire le possono avere eccome.
Parole, parole, parole - Non pare una stagione lineare, per Leunen, anche se i recenti intoppi sono figli di un lieto evento e non di acciacchi. Però ora serve recuperarlo. Così come serve maggiore concretezza da Aradori, i cui buoni tabellini non dicono di discontinuità ed errori di gestione. E, soprattutto, i problemi a rimbalzo: vero che è finita 35 pari, ma il tagliafuori è parso davvero, come si suol dire, questo sconosciuto.
FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO BOLOGNA