Gianluca Basile è stato sentito da L'Avvenire. Un estratto dell'intervista.

"Sulla carta la Virtus è favorita, ma il derby è sempre una partita a sé. Poi a Bologna è spettacolare, c'è una rivalità storica, sentita al pari dei grandi derby calcistici. Ricordo ancora il boato che ti tappava le orecchie già nel tunnel quando si scendeva in campo al PalaAzzarita. Il derby fu anche la prima partita che giocai con la Fortitudo. Ero arrivato da pochi giorni e tra l'altro era quasi fatta per il mio passaggio alla Virtus. E invece mi ritrovai dall'altra parte: vincemmo in trasferta. Ho avuto la fortuna di giocare gli ultimi grandi derby, quelli epocali con fenomeni come Ginobili o Danilovic. Questo derby invece è l'anno zero.
Virtus favorita per lo scudetto? Troppo presto per dirlo. È vero che anche in panchina hanno uno come Djordjevic ma temo che siano troppo dipendenti da Teodosic. C'è sempre Milano che ha un grande coach come Messina: doveva essere la favorita ma anche per gli infortuni sta avendo alti e bassi. Anche Sassari è un'ottima squadra e non escluderei Venezia. Quest'anno le squadre italiane ci fanno divertire anche in Europa. Sono contento che dopo Milano c'è un presidente che investe molto alla Virtus e spero che anche la Fortitudo possa ritornare ai fasti di un tempo.
I tiri ignoranti? Mi è capitato di rivederli, sono canestri assurdi di cui anch'io oggi non mi capacito. Soprattutto quello con la Fortitudo contro l'Efes, quello con Cantù contro Bilbao e quello nella semifinale olimpica contro la Lituania, la partita "perfetta". Ho fatto sacrifici ma il basket mi ha dato tanto. Alla Nba non ci ho mai pensato perché non ne avevo il fisico. Sono molto legato a tutte le squadre in cui ho militato. Da Reggio Emilia che mi ha adottato dal niente alla Fortitudo il primo amore a grandi livelli e Barcellona il top. Non ho nessun rimpianto. Se però ho fatto la carriera che ho fatto devo ringraziare soprattutto mio padre.
Giocare a Natale? Purtroppo so che cosa significa, mi è capitato spesso in Spagna. Capisco che da professionista vieni pagato e anche tanto. Ma a rimetterci sono le famiglie dei giocatori: mi arrabbiavo molto quando dovevo andar via dalla famiglia il giorno di Natale lasciando i bimbi piccoli... Ti dicono "siete dei privilegiati". Sì d'accordo, ma il rovescio della medaglia è che non esistono festività e non esistono domeniche... Mi sono sposato tra una gara e l'altra di una serie playoff e il giorno del matrimonio, concordato un anno prima, per puro caso non è coinciso con la partita. Ma non dimentico che la mia prima figlia è nata mentre ero in Francia agli Europei e l'ho vista solo dopo due settimane. Per fortuna ho recuperato assistendo almeno alla nascita dell'ultima."


(foto di Fabio Pozzati)

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