A 43 anni dalla finale di Korac persa dalla Fortitudo a Genova contro la Jugoplastika, e fortemente condizionata da un arbitraggio contrario, oltre al fatto che alla Effe venne proibito di schierare Carlos Raffaelli, Damiano Montanari ha sentito due dei protagonisti, Franz Arrigoni e Giovanni Biondi. Un estratto delle intervista.

Arrigoni - "Quella di Rafaelli fu una scusa. Il presidente FIBA Boris Stankovic era slavo e la Jugoplastika doveva vincere. Poi mandarono in finale quell'arbitro francese, Mainini, che ne fece di tutti i colori. Rafaelli per noi era preziosissimo. Poteva ricoprire tutti i ruoli, dal play all'ala piccola, sapeva catturare rimbalzi, pressare in difesa, rubava palloni. Era un Roberto Premier con molto più tiro. La sua assenza fu pesante.
All'inizio del match furono fischiati 5 falli consecutivi, alcuni dei quali inesistenti, a Leonard, per cui già senza Rafaelli rimanemmo privi del nostro pivot titolare. A questo punti io, Loris Benelli e Marco Bonamico ci alternammo sotto canestro nonostante nessuno di noi fosse un centro. Coach McMilen ci diceva di stare tranquilli, che avremmo vinto lo stesso. Noi eravamo veramente arrabbiati."


Biondi - "Io cominciai in panchina dopo aver avuto un alterco con il coach. Qualche giorno prima eravamo stati eliminati da Varese nella semifinale playoff per lo scudetto. Sebbene avessi disputato un ottimo campionato il coach mi fece giocare pochissimo, ragione per cui avemmo un confronto verbale molto acceso. Nella finale contro la Jugoplastika entrai a un minuto dalla fine del primo tempo. Poi infilai 22 punti tutti nel secondo, e ancora non era stato introdotto il tiro da 3"

(FOTO TRATTA IL FORTITUDINO)

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