Il futuro della Virtus continua a essere diviso tra due possibilità: con Massimo Zanetti in uscita, da un lato c'è il gruppo israeliano facente capo a Ori Allon, dall'altro la possibilità di crescita delle quote di Carlo Gherardi, eventualmente supportato da altri imprenditori del territorio. 
Un articolo di Daniele Labanti sul Corriere di Bologna spiega le tempistiche delle operazioni. Massimo Zanetti detiene il 54.7% delle quote bianconere: se riceve un'offerta per rilevarle - da Allon o altri - avrebbe Gherardi avrebbe 20 giorni per esercitare il diritto di prelazione, scaduti i quali Zanetti avrebbe tre mesi di tempo per la cessione. 
In ogni caso, chi subentrerà, troverà i conti della Virtus in miglioramento dopo i tagli al budget iniziati lo scorso anno e proseguiti in questa estate. Il Corriere riporta le perdite messe a bilancio (documenti pubblici), che sono di 3.9 milioni nel 2021, 4.5 milioni nel 2022, 8.4 milioni nel 2023. Nel 2024 il bilancio sarà chiuso a ottobre e la stima delle perdite è di 1.2 milioni, che è all'incirca la cifra versata da Gherardi a giugno. Le perdite sono state "sterilizzate", come previsto dal decreto Milleproroghe, ma chi entrerà dovrà affrontare un progressivo ripianamento, con 5 anni di tempo. La solidità dei due gruppi interessati non è certo in discussione. Gherardi - con Crif - è leader a livello mondiale nel settore delle informazioni creditizie, Allon ha venduto le prime aziende da lui create rispettivamente a Google e Twitter e ora detiene quote di Compass per un valore di 400 milioni di dollari. Il suo patrimonio personale - stima il Corriere - è di 750 milioni di dollari. Insomma, ci si trova al bivio tra una proprietà “locale” e una straniera, come già successo al Bologna FC nel 2014. Lì la spuntò Joey Saputo. 

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