COME CAMBIA LA FORTITUDO DOPO L'ARRIVO DI DURHAM
E chissà se alla fine il problema non sia stato il dover giocare quella precoce manifestazione chiamata Supercoppa, che mostrò una Fortitudo - al netto della diversa gestione tecnica - fin troppo orribile per ritenerla vera. Perchè poi il campionato ha mostrato un'altra versione della truppa, non sempre vincente ma, se non altro, razionale. Che ha perso con Reggio nel modo in cui ha perso, e che a Cremona era fin troppo scossa per rendere al meglio. Per poi, con Pesaro, far uscire dal vaso tutti quei miasmi e fantasmi che l'avevano strangolata fin da Lizzano. Merito di Martino, che tutto sommato ha anche avuto, però, il vantaggio di non approcciarsi alla piazza con il marchio dell'agghiacciante nei modi - zeroquattro che aveva messo Repesa sulla graticola prima ancora della prima vera palla a due della stagione.
Ora arriva Durham, a coprire una falla figlia di incomprensioni tecniche e mediche, e sarà dovere di tutto lo staff capire dove e quando andare a tagliare: l'ex Amburgo si infila in un reparto che, se mai Fantinelli dovesse tornare abile, avrà fin troppa quantità, con due registi di ruolo e due, Gudmundsson e Baldasso, ad andare a coprire invece una postazione, quella di guardia, assieme a Richardson. Logica vorrebbe che a salutare fosse uno tra Malachia e l'islandese, ma troppo importanti sono i punti del primo (specie se, con qualcuno a metterlo in ritmo, trovasse pure lui la melodia giusta) e ormai idolo della folla il secondo, per usare il bisturi da queste parti. A perdere minuti potrebbe essere Baldasso, totalmente fuori ruolo nelle prime uscite ma da rivedere in una situazione di maggior agio tattico.
Allora è più possibile l'intervento su Groselle, attualmente stoppato e mai realmente brillante nel carnaio del precampionato. Certo, anche lui potrebbe dire fatemi giocare con un regista, ma intanto che se ne parli è già un segnale. E come andrebbe, la Effe, in un reparto che potrebbe perdere il suo, iniziale, lungo titolare? Sperando nella crescita di un arruffone ma promettente Ashley, nella continuità di Totè e nella rinnovata continuità di Benzing, tanto spuntato prima quanto efficace adesso. Certo, ce ne sono solo tre più l'anagraficamente precario Mancinelli: basteranno? Per quanto visto contro Pesaro pare di sì, ma del doman non v'è certezza.
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro103)