(Foto Fabio Pozzati/ Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)
(Foto Fabio Pozzati/ Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)

Matteo Boniciolli è stato ospite di Sport Club su E-TV.

 

La Virtus

Ieri hai detto belle cose su Banchi e sulla Virtus. “Credo che Luca non stia facendo bene solo da quando è in Virtus ma già da un po', tra i Mondiali, Strasburgo, Pesaro. E' stato l'anima degli scudetti di Siena, ha vinto a Milano, ed è stato bravo ad avere pazienza ad aspettare il suo momento dopo essere stato il secondo di Pianigiani. Il nostro mestiere dipende da tante circostanze, il suo far bene si è incontrato con la volontà di una squadra che abbandonata dal suo capo - con cui ha vinto Eurocup e fatto finale scudetto - e con un po' di carenza di fiducia si era ritrovata a dover ripartire. Si è creata la giusta chimica, ora i giocatori stanno rendendo anche più di quanto non ci aspettasse. Ad una certa età si diventa selettivi a vedere le partite, da giovane si guarda tutto, a 60 si guarda quel che piace e diverte. E io a vedere la Virtus mi diverto, vedo un basket giocato con passione”

Quando la Virtus gioca ai massimi è di un altro livello. “Sono le stesse sensazioni che si hanno affrontando anche Milano, Venezia, Tortona che sta risalendo dopo il cambio allenatore. E' un campionato diviso per fasce, a cui si è aggiunta Brescia che non fa le coppe. Quando hai davanti squadre che possono avere 15 giocatori è qualcosa che succede, ed è sempre successo. Mi dispiace ieri non avere avuto la squadra al completo, ma arriviamo alla pausa con 10 vinte e 10 perse e siamo contenti. Certo, quando affronti quel tipo di squadra, come può esserlo il Real o il Barcellona, è tutto diverso. Questo è un campionato equilibrato, non come in Spagna dove le prime spesso giocano quasi tranquille. Qui c'è una durezza straordinaria, e la Virtus può perdere ad esempio contro Brindisi”

Alla fine degli impegni internazionali, ci sarà un finale già scritto? “Sono pessimo nei pronostici, ma per me Brescia in una semifinale scudetto può essere insidiosa.  La polemica degli allenatori di Eurolega sulle troppe partite ha senso, perchè la situazione è esasperata e non è come in NBA che per tre quarti di partita si vede un circo, qua c'è rischio di esonero ad ogni occasione.”

Ieri siete stati in partita per tre quarti. “Non dimentichiamo che la Virtus aveva giocato 24 ore prima una gara di selvaggia emotività e di fisicità. E che affronterà la Coppa Italia. Io so che i giocatori in certe situazioni selezionano le partite, perchè è impossibile affrontarne 3 in 6 giorni con la stessa intensità, e speravo di trovare la Virtus proprio in queste condizioni. Ma noi eravamo davvero corti, con ragazzini a completare la panchina: loro alla fine hanno fatto entrare Mascolo, nella nostra squadra avrebbe giocato sempre. Sono tutte cose già viste, mi dispiace soltanto di non aver potuto presentare a Bologna la migliore versione di noi stessi. Ho condiviso con Alessandro Gentile l'idea di farlo giocare solo da play, ed essendo un giocatore sopraffino di 202cm da grande può diventare enorme. Peccato, sarà per la prossima volta”

Un pensiero su Zizis, che fa fatica in Eurolega. “E' molto simile al padre, una montagna di grande tecnica. L'NBA ti porta di là, magari sopravvalutandoti, poi ti tiene fermo, ti prende a calci e ti rimanda in Europa con tante aspettative. Io uno come lui lo prenderei sempre: Cacok poteva diventare un giovane Kyle Hines, un pivot non altissimo ma di importante rotazione e che stava conquistando spazio. Anche con Zizis serve pazienza, anche se a Bologna di pazienza ce n'è poca”

Se Gallinari tornasse a Milano, questa diventerebbe la favorita numero uno? “In questi anni lo è sempre stata, anche se con roster lunghi non sempre le cose sono semplici. Come metterli insieme, lo dovrà fare un allenatore migliore di me”

La Fortitudo

Potresti prestare qualche giocatore alla Fortitudo? “Loro stanno facendo ottime cose, so anche che nei finali può capitare di tutto. Ho giocato una finale senza americano, e anche a Udine mi si è rotto Lacey nel momento più importante. Un roster lungo, se vuoi arrivare fino alla fine, ci deve essere. Attilio si incazza quando gli chiedono se vuole andare in A1, ma grazie al suo lavoro le aspettative si sono alzate”

Quale tuo giocatore sarebbe utile per la Fortitudo, parlando in teoria? “Susciterò critiche perchè da anni subisce un timbro indelebile, ma l'anno scorso quando convinsi Alessandro Gentile in A2 fu una bella scelta. Poi mi mandarono via subito facendolo allenare da un ragazzo di 27 anni. Però in quella categoria sarebbe illegale: ci sono tanti specialisti, ma se puoi farlo giocare da play, con la sua altezza, è uno che davvero sposta. Qui stiamo lavorando ogni giorno sul tiro, sta cambiando, ha entusiasmo, la squadra lo riconosce"

Cosa gli è mancato per esplodere definitivamente? “L'infortunio alla mano ha inciso. Mi ha raccontato che hanno dovuto accorciargli il pollice di una falange, con tutte le implicazioni pensando che era anche la mano destra. Per uno scorer vedersi ridotta la falange del dito che tiene la palla è roba drammatica. Poi, forse, gli è mancato qualcuno che gli dicesse di no”

Quindi la Fortitudo per puntare alla A1 avrebbe bisogno di uno che sposta? “Una squadra che ha già i suoi punti di riferimento forse avrebbe bisogno - e lo dico pensando ad una realtà a cui sono ancora legato da affetto - di un giocatore importante. La realtà è che dei role players ne hanno già, ma si vince quando hai giocatori forti, se hai gente scarsa non vai da nessuna parte. Meglio uno che sposti piuttosto che due gregari: vero che Attilio sa la situazione e che le sue squadre sono orologi svizzeri dove è difficile cambiare ingranaggi, ma se aumentano i punti di riferimento aumentano anche le difficoltà per le avversarie”

Sei mai stato vicino a tornare alla Fortitudo? In estate giravano voci. “Lasciamole girare. Sono contento che sia arrivato Attilio. Io sono molto legato a quell'ambiente, ieri in albergo mi è passato vicino il caposala e mi ha detto ‘non facciamo scherzi, io ho l'abbonamento in Fossa da 40 anni'. Il mio arrivo sarebbe stato divisivo, c'è una parte del pubblico che mi vede con amicizia, un'altra parte che non aspetta altro se non buttarmi addosso insulti. Attilio con la sua durezza ha compattato un ambiente straordinario, e lo dico sinceramente”

 

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