Poco interessante per i tifosi, a cui interessano giustamente solo i risultati e non il modo in cui ci si arriva, in realtà questa estate Fortitudo è per ora davvero curiosa per chi la deve raccontare: noie, colpi di scena, finti colpi di scena, amori traditi o forse nemmeno mai rinati. Insomma, non c'è stato un attimo da perdere, altroche.

Ieri si è chiusa la faccenda Esposito: la cronaca ha dovuto per forza di cose raccontare l'interesse della Fortitudo per l'ex giocatore, e pur riconoscendone una certa coerenza nel non volerne sapere è stato necessario descrivere le prime velleità, l'attimo in cui è stata messa in giro la voce che ci fosse stato l'ok, e concludere come si doveva concludere. Ovvero, che Esposito non aveva mai voluto prendere in considerazione le proposte della attuale proprietà. Un po' diversa, la trama, da quanto successo con Myers: lì Carlton ne aveva voluto sapere, poi evidentemente ne ha saputo abbastanza.

Ora si riparte, con il nuovo abboccamento a Caja (oggi le parti potrebbero sentirsi) che era già stato uno dei primissimi, agli albori del post campionato, nomi usciti. Quando ancora in Fortitudo c'erano correnti, diciamo, bolognesi e toscane, e quando le varie anime ballottavano tra lui e Galbiati. Rimasto poi in sospeso per duemila ragioni, ora l'ex Reggio torna, chissà se più per amore o per forza, sui titoli. Forse più adatto di Finelli e Dalmonte ad un ruolo allargato anche al di fuori del parquet - quello che servirebbe oggi ad una Fortitudo che un organigramma non ce l'ha - e chissà se adatto ai giocatori reduci dalle ultime, fallimentari, stagioni. Con Dalmonte ci sarebbe stata anche un repulisti generale, con Finelli probabilmente no. Con Attilio? Vedremo. Ma qui, altrochè, non ci si annoia proprio.

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