Teo Alibegovic è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Un estratto dell'intervista.

"Tiferò per la mia Fortitudo. E per mio figlio Amar che, con giusto orgoglio, sta seguendo la sua strada. Lui sa come la penso.
Un'estate di molti anni fa, quando ero un veterano di Alba Berlino e Ulker, saltò fuori che c'era un contatto con la Virtus. Risposi al mio agente Capicchioni che non me la sentivo, avevo troppa fortitudinità addosso, non era il caso. Loro poi presero il giovane Smodis, io rimasi a Udine ed è stato meglio per tutti. Ma per Amar è diverso, lui non ha tradito nessuno.
Amar? È in una fase di transizione, deve fare cose diverse da prima e conoscere meglio la macchina. Passando da Roma alla Virtus, da Dyson a Teodosic come playmaker, cambia il mondo. Ma se uno ha ambizione e vuole andare lontano, la Virtus è perfetta: grande organizzazione e un proprietario come ce ne sono pochissimi.
Non ho mai giocato il derby? Da giocatore no perché andai via subito dopo la promozione in A, ma ne ho vissuti un paio nel 2005/06 quando tornai da general manager: vinti entrambi. Sono imbattuto.
La Fortitudo è un club che da sempre vive di passione, e l'impatto della Fossa non ce l'ha nessuno. E poi questa mi sembra proprio il tipo di squadra che col pubblico si esalterebbe, invece certi giocatori non riescono a cambiare marcia. Giocare nel silenzio per chi ha molta personalità cambia, e fa la differenza tra buttarsi o meno in parterre per salvare un pallone"

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