E allora, che si torni pure a tremare. Maledicendo - sportivamente parlando - Brescia che perde con Cantù riaprendo tante cose, ma anche e soprattutto la propria indole che, è chiaro, è fatta di giocatori poco avvezzi alla pugna, e forse anche poco propensi al vero e proprio sbattersi, almeno con continuità. La Fortitudo che perde a Cremona è brutta roba, facendo come in tante altre occasioni: bene all'inizio, disastrosa nel secondo quarto, brava a recuperare, pessima nel cercare poi di tenere botta nei minuti finali. E le colpe siano di tutti, a partire da giocatori incapaci di fare veramente gruppo in campo, magari la sfortuna che ha tolto tanta gente dal roster, ma anche una società che, evidentemente, non è stata in grado di mettersi a posto per firmare Stojanovic. Che non sarebbe stato Michael Jordan, ma che avrebbe allungato rotazioni e, forse, messo in campo quella voglia che non tutti dimostrano di avere.

La partita di ieri ha detto le solite cose: quando non tutto va bene la squadra si smonta, non si cerca, non ha cambi sempre affidabili (non si può chiedere a Cusin o Mancinelli di essere decisivi, ormai), e non ha una regia tale da poter fermare eventuali emorragie e altrui parziali. Agghiacciante il secondo quarto, ma soprattutto deprimente quanto successo nell'ultima frazione, quando dopo l'ultimo -4 sono arrivate palle perse per sciocchezze (22 alla fine), e nessuno a tornare in difesa. Quello che capitava con Sacchetti, e quello che si sperava con Dalmonte fosse sparito dai radar. Niente da fare, niente da fare. E ora si tremi pure, al netto delle lamentele per quanto successo con Pesaro. Con un rush finale che fa paura, ma una speranza: che tanti di quei giocatori che ormai da queste parti non sono più presentabili cerchino, almeno, di lasciare un ultimo buon ricordo. Tutto il resto è davvero da raggelare.

La Fortitudo è una regola - Ormai Totè è un continuo migliorare il proprio high partita dopo partita, ma se è lui a prendersi 20 tiri, a volte forzati ma a volte per altrui non prendersi responsabilità, c'è qualcosa che proprio non funziona. Come quando nel 2009 era Mancinelli, spesso, ad essere uomo da 20 tiri quando uomo da 20 tiri non poteva essere. Toccatevi pure. A proposito, sempre di 20 parlando: ieri erano 20 anni dai primi minuti giocati dal Capitano in serie A, che furono il 14 aprile 2001 contro Reggio Calabria. Una vita fa, ahilui.

Ci stiamo sbagliando ragazzi - Aradori, salito a Cremona in modalità camicia da notte, e forse ormai irrecuperabile nel rapporto con la (virtuale) piazza. Le mani bucate di Hunt, manco fosse novello Padre Pio. E Baldasso, che per l'ennesima volta entra e cambia, al contrario, l'inerzia della gara. Va bene il cuore, ma il fosforo?

(foto Legabasket)

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