IL DOPOPARTITA DI CENTO-FORTITUDO
Ne manca una. E allora chissenefrega di andare a ricordare cosa successo ieri a San Lazzaro, in una gara dove la Fortitudo ha dato l’impressione di aver faticato, e ad un certo punto era a +22 e cavolo vi aspettate, il cinquantello? potevano dire i giocatori. Però, abituati troppo bene, qualche sfilacciamento è parso un rischio eccessivo. Ma chissenefrega, si ripete, anche notando come il primo caldo ha tolto un po’ di ossigeno alla truppa. Chissenefrega, chissenefrega.
Quel che conta è che mancano 40’ alla fine, e la storia della Fortitudo è fin troppo piena di braccini emersi soprattutto in casa propria per non temere la gara con Ferrara sapendo come potrebbero andare le cose. Vero che è il primo di quattro match point, e che comunque dopo non è che ci sarebbero partite complicatissime. Ma non sarebbe meglio per una volta festeggiare al Paladozza, volendo evitare – per dire – di farlo a Forlì per la millesima volta nella storia della Effe scudata? Vedremo: c’è una settimana di tempo per pensarci, per recuperare le forze, per mettere nel polmone d’acciaio quei giocatori (Hasbrouck in primis) che sembrano essere stanchi. Ragazzi, ad aprile potrete riposarvi, ad aprile potrete già andare in vacanza che in campo potrebbero andarci anche tutti i collaboratori di bolognabasket che andrebbe bene lo stesso. Per adesso, appunto, mancano solo 40’.
In ginocchio da te - La grinta degli –elli nel terzo quarto, a mettere sul piano giusto una partita che ha mostrato più insidie di quanto non si potrebbe evincere dall’andamento. E l’ormai sempre più epica voce di Andrea Tedeschi al microfono: esistesse ancora un Mai dire gol, aprirebbero una sezione basket solo per lui.
Non son degno di te - Qualcuno è sembrato stanco. Siate voi belli arzilli a questo punto della stagione, potrebbero rispondere.
(foto Fabio Pozzati - ebasket.it)