LUCA VITALI, "LE PORTE CHIUSE UN VANTAGGIO PER CHI GIOCA IN TRASFERTA. LA FORTITUDO? PER DUE VOLTE CI SONO ANDATO VICINO"
Luca Vitali è stato sentito da Andrea Tosi per la Gazzetta. Un estratto dell’intervista.
“Martedì scorso, nel derby di Eurocup contro Venezia, abbiamo saggiato questa situazione che in carriera non avevo mai vissuto. Fa strano giocare sentendo il rumore del pallone e le voci ben distinte di giocatori e allenatori, come se fosse un allenamento. Bisogna fare attenzione a non parlare troppo ad alta voce, soprattutto nei time out, per evitare che gli avversari ascoltino le indicazioni e si adeguino. È una situazione che favorisce la squadra ospite, perché non ha il tifo contrario, mentre, all'opposto, penalizza chi gioca in casa che non può sfruttare il sostegno del proprio pubblico. Diciamo che alla Fortitudo non sembrerà di essere in trasferta. Per lei è un bel vantaggio.
La Fortitudo con Dyson al posto di Robertson? Sono due giocatori molto diversi. Dyson è un play/guardia che attacca il ferro mentre il canadese è più tiratore. Il primo ha già vinto tanto in Italia dimostrando, con la conquista del Triplete a Sassari, di avere la mentalità per trascinare i compagni. Sarà un osso duro per noi.
Io e la F? Nell'estate 2003, quando la Virtus non era stata affiliata dalla federazione, avevo seguito Belinelli sull'altra sponda. Savic, allora giemme della Effe, ci aveva presi insieme. Per dieci giorni mi sono allenato con la prima squadra agli ordini di coach Repesa, giocando al fianco di Poz e Basile. Sembrava fatta, ero contento di quella soluzione. Poi Claudio Sabatini acquisì Castelmaggiore e il settore giovanile virtussino così dovetti rientrare alla base per poi andare a Siena iniziando il mio percorso da professionista. Ci rimasi un po' male, quella Fortitudo era fortissima e infatti di lì a poco vinse il suo secondo scudetto. Ma poi ha fatto altre esperienze importanti. Non ho rimpianti e adesso, dopo tante tappe, mi godo la mia Brescia e sono contento di quello che ho.
Poi c'è stato un altro contatto quando ho lasciato Montegranaro dopo le positive stagioni con la Sutor. Ma ero molto avanti nella trattativa con Milano che mi puntava da tempo e tra il progetto di Armani e quello di Sacrati non ho avuto dubbi sulla scelta da fare”
(foto Basket Brescia Leonessa)