Bella partita per chi se la fosse vista a cuor leggero, la domenica della Fortitudo è però drammatica, sportivamente parlando, per un risultato che la vede nuovamente sconfitta in casa, con una difesa che si è messa a fare qualcosa dopo un imbarazzante primo tempo, e con tanta di quella confusione in ruoli, gerarchie e palesi mancanze nelle caratteristiche dei singoli che è difficile capire dove si possa andare, con questa squadra. Che rimane indietro, molto indietro, e che non si sa più di che scosse possa avere bisogno. Senza un play continuo, senza un centro affidabile, senza veri difensori, si salvi chi può.

Buoni allenamenti e tanta attenzione, ma alla fine il primo quarto è il sunto di tutti i difetti di questa Fortitudo: attacco che può ogni tanto sbavare ma di punti ne riesce a fare, e difesa che si fa saltare sistematicamente dopo il primo passaggio. Brescia ha quindi buon gioco, dopo le equilibrate scaramucce iniziali, a segnare ad ogni azione, dovendo solo scegliere se preferire la schiacciata o la tripla. Martino li gira quasi tutti, ma è solo una tripla di Charalampopoulos allo scadere che evita di finire il primo quarto già al decino di scarto, benchè il 10’ arrivi comunque sul 21-30.

Sarebbe quasi da fare un semplice appello, chi è che ne ha voglia?, e qualcosa ne salta fuori, anche solo per abbassare i ritmi offensivi altrui. Anche se Brescia continua a segnare più o meno a proprio piacimento davanti a giocatori che si guardano convinti sempre che debba essere l’altro ad andare a chiudere, le estemporaneità offensive permettono a non collassare. Di là c’è chi corre e salta, di qua chi cammina e aspetta, c’è un po’ di zona per sanare qualche ferita, ma quando Laquintana batte facilmente Durham dal palleggio per andare ad appoggiare a difesa schierata ma tutta con gente che guarda altrove, la curva sbotta chiedendo un minimo di fuoriuscita di attributi. Ne esce un po’ Aradori, che se riesce a farsi vedere in attacco qualcosa lo fa, ed è 48-50 al 20’.

Diventa una bagarre, con Bologna che prova con l’ormone ad andare laddove muscoli e dna non hanno cittadinanza. Punto a punto, un breve sorpasso, arbitri in balia di proteste collettive continue: insomma, una corrida come ai bei tempi. Frazier prova a prendersi in mano la squadra, ma Mitrou-Long punisce allo scadere, ed è 68-70 al 30’.

Moss fa innervosire Aradori e tutto il Paladozza, ma la mossa funziona anche perché attorno si produce poco e di liberi se ne sbagliano troppi. Ergo, si entra negli ultimi 3 minuti di gioco con 6 da recuperare, e quando servirebbe un po’ di attacco e un po’ di difesa non risponde né il primo né il secondo. Mitrou-Long mette i cesti decisivi, e a Brescia basta chiudere meglio le fonti del gioco bolognese per non dover nemmeno preoccuparsi più di tanto. Chi si preoccupa e molto, oggi, è la Fortitudo.


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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