TREVISO-FORTITUDO, IL DOPOPARTITA
E alla fine, la cosa più divertente arriva da uno dei tanti commenti apparsi sui social: li abbiamo amalgamati, ricordando come proprio sulla famosa amalgama, quella che certi presidenti pensavano di poter comprare al mercato (ma usando i sacchettini da due centesimi?), e che chissà se questa Fortitudo aveva o no. Probabilmente sì. O, meglio: sicuramente a fine ottobre l’amalgama c’è eccome, così come la capacità di prevenire i momenti di difficoltà riuscendo a mettere qualsiasi chiavistello alla stalla prima che i buoi pensino anche solo ad uscire. Perché, dai, tutti eravamo curiosi di vedere come la squadra avrebbe reagito alla prima, vera, ipotetica partita davvero rischiosa. Certo, come no: Treviso è apparsa, come Verona, una truppa con magari svariate possibilità di opzioni e di talento, ma ancora poco solida e slegata. Cosa che, invece, la Fortitudo pare essere eccome.
Tre partite, tre vittorie, senza mai – oltretutto – essere al completo. Ieri una assenza e mezzo, vista la bua di Fantinelli che ne ha cassato il secondo tempo. Ora magari il dubbio sarà come si riuscirà a tenere questo equilibrio una volta in cui tutti saranno abili e arruolato, considerando anche come in tutte le interviste delle ultime settimane i giocatori abbiano comunque accennato a come, quest’anno, ci siano gerarchie eccetera. Che in nove si sono trovate, e che in dieci andranno riviste. Per ora, Treviso è stata matata, e l’unica cosa forse da rivalutare (oltre alle condizioni di Fantinelli) è qualche cesto di troppo concesso agli altrui lunghi, Simioni con Imola come Tessitori ieri. Scoprendo poi che il previsto calo dell’attacco c’è stato: 90 prima, 86 ieri. Ecco, se i cali saranno tutti di queste dimensioni, in Fortitudo si dormiranno sonni tranquilli. E proprio questo è l’unico rischio, forse. Addormentarsi troppo tranquilli. Ma, fino ad oggi, a questi, cosa gli vuoi dire?
In ginocchio da te - Gli stranieri, ad averli validi sia sulla carta che sul campo, la differenza la fanno. E tutto il corollario, perché i protagonisti non sono stati solo Lassie e Leunen. Per ora sembra un carillon che non sbaglia una nota, ‘sta Fortitudo.
Non son degno di te - Magari la sfortuna che sega Fantinelli a metà partita. Ma, come detto, non c’è proprio quasi nulla da segnare come negativo, se anche i momenti non positivi vengono circoscritti, confinati, e subito corretti.
(foto Fortitudo - Valentino Orsini)