Le parole di Antimo Martino alla vigilia della trasferta contro Cantù.

“Inizierei a presentare questa partita partendo dalle dichiarazioni di Pancotto, che ha usato termini che avrei usato anche io. Chiede alla sua squadra un atteggiamento tosto, duro, determinato. E’ una partita importante per loro per regalare una soddisfazione ai suoi tifosi, che sanno quale sia la rivalità con noi. Quindi anche noi dobbiamo essere tosti e determinati, sapendo che ci sarà da soffrire e sbucciarci le ginocchia. In trasferta più che in casa l’approccio mentale è determinante, quando siamo mentalmente in partita abbiamo visto che possiamo fare bene, e io vorrei fare una buona gara fuori casa, che non sempre significa vittoria ma che ti può permettere di raggiungerla. Rispetto gli avversari, so che non sempre giocare bene vuol dire vincere, ma noi dobbiamo partire da questo presupposto altrimenti perdiamo tempo”

Come hai trovato la squadra dopo Milano? “Piuttosto mi interessa sapere come la troverò domani, sono curioso di vedere se ci sarà stato un passettino in avanti, se potremo essere migliori di Cremona e Roma, sapendo che non potremo essere sempre come Milano. Ognuno di noi, da me a Dellosto che è il più giovane, ognuno sa che dobbiamo tenere un certo standard, non scendere mai, e il momento della partita è quello più importante, e non ci si può arrivare non concentrati”

E’ la partita in cui capire cosa sarete da grandi? “Per come arriva potrebbe essere, ma il campionato è una maratona, e le cose possono cambiare. Chiaro che dopo Cremona e Milano, questa è una gara interessante”

Come hai archiviato la vittoria con Milano? “Prestigiosa e importante, può darci fiducia, ma ora il campionato mette Cantù davanti a noi, e Milano è il passato così come lo era Cremona. Dopo le vittorie iniziali c’era entusiasmo, poi è calato, ora dopo la vittoria di domenica la sconfitta di Cremona mi ha fatto ancora più incavolare perché ha mostrato quanto sia il nostro potenziale. Ma già dopo mezzora dalla fine della gara di domenica pensavo a Cantù: non posso dire che andremo lì a vincere, ma almeno cerchiamo di giocare come possiamo. Di certo l’Olimpia contro di noi non è stata brillante, tanti giocatori hanno bucato la partita sul piano dell’energia, mentre Brescia l’energia l’aveva messa in campo malgrado un turno di Coppa. Ma quanto successo domenica non ci fa andare in campo domenica sul +20”

Le vittorie sono arrivate con rotazioni più corte. “La cosa importante è avere giocatori in partita, poi sta a me decidere come e quanto ruotare. Se posso scegliere voglio sempre alternative e gente coinvolta, così da sapere sempre di poter contare su qualcuno. Poi capisco che un giocatore, se sa di poter avere maggiore spazio, sarà maggiormente coinvolto. Ma noi non siamo Milano, non abbiamo un roster così lungo: al massimo può essere che se c’è una assenza nasce una automatica maggiore concentrazione. Dobbiamo essere bravi a trasformare le rotazioni lunghe in un punto di forza davanti a chi ha roster più corto o chi è stanco”

La gente è contenta quando vede che ci mettete il cuore, come tipico della Fortitudo “I tifosi non possono riconoscere gli schemi in campo, non tutti possono conoscere la pallacanestro al punto da vedere le sottigliezze tattiche, ma sanno chi è che corre, che recupera, che non va in giro per il campo scuotendo la testa. Il campo non mente: i tifosi hanno come unica esigenza vedere giocatori che danno tutto, e che dopo un errore – perché gli errori si fanno – cercano di lottare per rimediare. Poi ci saranno giorni in cui saremo meno bravi, ma non dobbiamo trovare alibi: io guardo sempre le partite con tanto spirito di autocritica, e così devono farlo tutti. Sbagliare, ma recuperare, incoraggiare i compagni e non essere mai tristi. Facciamo un lavoro fantastico, giochiamo in una piazza speciale per tifosi speciali, e a Cremona eravamo piatti pur avendo dietro 500 persone accanto a noi. E proprio per questo che, anche facendo errori, dobbiamo essere in sintonia con quelli che ci sospingono.”


(Foto Legabasket)

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