Leonardo Totè è stato sentito da Piero Guerrini per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"Dopo la gara di Pesaro, quella della svolta, ho analizzato a lungo tutto per capire come ripetermi. Ma è stato tutto naturale. I risultati hanno dato fiducia e sicurezza, gli allenamenti anche dopo tanti infortuni in squadra. Adesso sono contento di aver trovato un ruolo, di essermelo ritagliato con l'aiuto di coach Dalmonte.
Ho vissuto male il periodo di quando ero in discussione. Sapevo di poter dare di più, mi sentivo frustrato. Poi però è scattato qualcosa, come un interruttore nella mia testa, sapevo di non essere quel giocatore.
Il coach? Luca è un allenatore esigente, ma è anche una persona attenta. All'epoca di Verona avevo 18­-19 anni e non era facile, però ricordo quanta fiducia mi dava anche nei momenti difficili, quanto mi parlava. È stato importante perla mia maturazione. E averlo ritrovato qui alla Fortitudo, conoscendo già cosa chieda ai giocatori, in ogni ruolo, mi ha agevolato. Gli sono riconoscente.
La crescita dei lunghi? Io sono convinto che ognuno abbia i propri tempi. La questione dei lunghi è una convinzione sbagliata, banale. Per quanto mi riguarda mi sono alternato in ruoli diversi, a Jesi da secondo lungo, poi centro, ora in entrambe le posizioni. Così sono cresciuto. Poi il mio fisico è cambiato tanto negli anni. Adesso mi sento un giocatore fatto, che deve ancora lavorare tanto, ma che non ha più l'ansia.
La Nazionale? È il mio obiettivo e un sogno. Sono anche stato sfortunato di recente. Una volta al raduno ho subito una lacerazione all'occhio e sono tornato a casa. L'ultima quando mi hanno chiamato avevo la febbre. Alla Nazionale ci tengo e, fatta eccezione per l'Under 15 ne ho sempre fatto parte. E poi del ct Meo sacchetti ho grandissimo rispetto e un'ottima opinione, considerazione. Mi trovo benissimo.
In Fortitudo ha pagato lui, ma mica era colpa sua. C'erano tante aspettative, ed è cominciata male anche perchè la squadra non era mai al completo e ha avuto tanti infortuni. Inoltre la Fortitudo Lavoropiù è la squadra che soffre di più per l'assenza del pubblico. Ricordo che quando ho firmato con la società mi sono detto che finalmente avrei avuto quei fantastici tifosi dalla mia parte in un'arena straordinaria e ricca di storia. Ho affrontato la Effe da avversario e lo sa? Non ci si riesce nemmeno a parlare tra compagni in campo e in panchina tanto e il frastuono creato dal pubblico. Non vedo l'ora di giocare di nuovo davanti alla gente. Adesso ci siamo ripresi, ma non dobbiamo mollare. Sabato c'è già una gara durissima contro Sassari"

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