(foto LNP)
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9-1 di record, vetta della classifica con una vittoria di vantaggio su Forlì e due su Trieste e Udine (sconfitta proprio a Forlì con 7/25 da 3. Non è sempre mercoledì). Rendimento da stropicciarsi gli occhi, sicuramente imprevisto quando ad agosto si riunì una squadra che doveva prima di tutto riavvicinare la gente alla passione e non certo comandare il campionato. La Fortitudo che torna a vincere dopo lo stop di Udine si gode il miglior Aradori degli ultimi anni (finalmente anche come qualità, e non solo come quantità, dei suoi bottini) e l'idea di aver azzeccato gli stranieri, cosa che in precedenza era quasi utopia. Però c'è il curioso rovescio della medaglia di un roster che evidentemente non soddisfa Attilio Caja, visto e considerato come di recente non abbia proprio mandato a dire che qualcuno va bene e gli altri no.

Di fatto il problema panchina è stato proprio dal coach palesato, e non solo valutato da chi, dovendo raccontare le partite e le cifre, non può non vedere i rendimenti insufficienti di almeno 4 giocatori. E magari non ci si sarebbero fatti i titolini, se l'argomento non fosse tirato fuori da Caja quasi ad ogni fine gara: mi mandano al manicomio, la pazienza è finita, quanto detto dopo Cento. E, dopo Cividale, quell'esplicito ringraziamento ai titolari, omettendo l'allargamento a tutta la squadra. Cosa che di solito si fa anche solo per inerzia, più che per convinzione. Insomma, per quieto vivere.

Conti praticamente bocciato (tenerlo fuori dai 10 in una gara con due esterni influenzati è un bel segnale), Giordano sempre a referto ma usato solo nel garbage time di Udine. Morgillo in rapido calo dopo 1-2 buone gare iniziali. Taflaj ripanchinato al primo errore, sabato. Un po' meno peggio Sergio, anche lui comunque meno incisivo rispetto all'esordio con Chiusi. Il panorama è questo, ed è questione di lana caprina capire se giocano poco o niente perchè vittime di pini punitivi ad ogni errore, o errano perchè sanno di non poter sbagliare e, quindi, entrano in campo - quando lo fanno - con quello che nel tennis si definirebbe braccino.

La domanda sorge spontanea, a questo punto: le dichiarazioni del coach hanno come obiettivo il risveglio di chi c'è (varie sono state le richieste da parte di altre squadre, tutte per ora rispedite al mittente), o chiedere implicitamente alla società delle modifiche? E quindi, eventuali modifiche, non andrebbero ad alzare l'asticella di aspettative di rendimento che, fatte da chi è 9-1, vorrebbe dire fare ancora meglio, e quindi [siano pure gesti apotropaici]?

Per ora, comunque, richieste ufficiali non ne sono arrivate, al di là del canonico guardarsi attorno per puro scopo informativo che fanno tutte le società. Di recente Carlos Delfino ha dichiarato di "sentirsi ancora un giocatore, sono in forma, mi alleno con Cento, aspetto opportunità senza però rinunciare a stare con la mia famiglia": la Fortitudo sarebbe l'opzione ideale, ma adesso siamo solo sulla carta. Di certo c'è che manovre in questi giorni non ne verranno fatte, che la squadra così come è ha risultati splendidi e che nessuno si è strappato i capelli per avere perso l'illibatezza nella casella delle sconfitte. Poi, che possano servire puntelli più o meno in tre ruoli, è chiaro. Almeno ipotizzando il voler avere davvero grandi ambizioni, altrimenti così va comunque bene, se non benissimo.

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