IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO - BAKERY PIACENZA
Sarebbe stata perfetta, se i gemellati centesi avessero fatto il clamoroso al Cibali in quel di Porto San Giorgio: non è successo, sarebbe stato difficile sperare nel contrario, e allora serve andare avanti senza fare scherzi. Ma intanto alla Fortitudo ne manca una in meno, e può uscire dalla domenica della rivincita con Piacenza (unica a batterla all’andata) dando l’impressione di non avere nemmeno sofferto più di tanto: trentello, Delfino come giocatore più utilizzato (ma a quota 23), 36 assist di squadra che se non sono record poco ci manca, e ordinaria amministrazione se ce n’è una. Al punto da rendere anche difficile un postpartita, visto e considerato che tante cose da dire, in una gara che è stata tale solo sullo 0-0, non ce ne sono.
E allora via di applausi un po’ a tutti, benchè Piacenza non sia stata avversaria credibile (e ancora più corta visto il NE dell’acciaccato Perego): magari si potrebbe disquisire sul primo impatto del secondo quintetto, che ha rischiato un po’ di far avvicinare i biancorossi dell’ovest della regione, ma è proprio andare a cercare il pelo nell’uovo. Ma in una squadra che è 22-3, e che non è già in vacanza solo perché Montegranaro corre come mai nessuna altra (Effe a parte) negli ultimi tempi, roba da dire trovatela voi. Per adesso, solo un semplice concetto: ne manca una di meno.
In ginocchio da te - Leunen, dominante con solo due tiri. Hasbrouck, che quando la palla gira fa quello che vuole. E Andrea Tedeschi ai cori: gli andasse male nel basket, è pronto per Sanremo.
Non son degno di te - Rubrica a rischio eliminazione per mancanza di argomenti.
(foto Giulia Pesino)