Il team manager Fortitudo Franco Rizzardi è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Nell'estate 2013 io, Dante Anconetani e l'attuale presidente Christian Pavani ci incontravamo nei giardinetti davanti a piazza Azzarita per parlare del presente e costruire il futuro dell'Aquila. Non avevamo uffici, non avevamo niente. Ma per me essere un dirigente biancoblu era un sogno. Ci siamo rimboccati le maniche, siamo ripartiti e finalmente siamo riusciti a riportare la Effe dove merita di stare.
Quando Dante mi chiese se volevo fare il dirigente alla Fortitudo, pensavo mi prendesse in giro. Nel momento in cui ho realizzato che era serio, ci ho messo un secondo ad accettare. Siamo ripartiti in serie B, poi sono arrivate la promozione in A2 e poi quella più importante in serie A, l'anno scorso. Dopo il successo decisivo nella gara casalinga con Ferrara ho pianto e, se ci penso, ancora mi viene la pelle d'oca.
In ritiro ho insegnato a giocare a burraco a Fantinelli, che ora è un appassionato, mentre il Mancio, con cui ho un gran rapporto, mi chiama scherzosamente 'il conte Riz' per la casa di campagna che ho nell'hinterland bolognese. Quest'anno abbiamo avuto davvero un grande gruppo. Ho legato molto con Stipcevic, un intrallazzone che si è ambientato subito benissimo, e con Aradori: dicono che abbia un brutto carattere, invece è una persona straordinaria.
Ora se non andrò in pensione la prossima stagione sarò ancora qui. Il mio sogno è vedere la Fortitudo disputare quei playoff strappati dal coronavirus: sono sicuro che li avremmo conquistati"

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