Non è questione di gufare, anche se per forza di cose in settimana si tornerà a parlare di serie infinita di vittorie, di record da battere e tutto il resto. Ma, semplicemente, di una pura questione di curiosità: quando questa Fortitudo rischierà davvero di perdere (e per rischiare intendiamo di quelle partite in cui sei -11 al 38’, e non al 27’, beninteso che recuperarle così brillantemente non è poi scontato), e quali saranno i problemi di una squadra che non pare palesare difetti o talloni d’Achille? Perché alla fine Piacenza è stata una giornata balzana, con la peggiore prova dell’attacco e tanti giocatori opachi. E le parole di Martino, alla fine, sembravano quasi raccontare di una sconfitta. Invece è stata una vittoria, in trasferta, che poteva anche essere di doppia cifra se non ci fosse stato un eccesso di voglia di doccia nelle ultime battute. Quindi, se si vince senza davvero dover eccedere in patemi anche in una giornata apparentemente non brillante, di cosa potrebbe avere paura, questa Fortitudo.

Proviamo a pensarci: intanto, considerare che la F vista con Mantova e con Piacenza, in tutti e due i casi piombata a -11 prima di svegliarsi, forse a Montegranaro potrebbe non bastare, e andrà capito se queste due partite ad alti e bassi sono state figlie di deconcentrazione (comunque un peccato da non commettere) o di un essere meno brillanti, oggi, rispetto a Treviso, per intenderci. O abbassare la guardia, ora che ne mancano solo 23 non notando che le dirette concorrenti paiono aver messo la testa a posto. Ecco, è tutta una questione di testa. Ma, intanto, vinta anche in una giornata di Fantinelli in difficoltà e di Hasbrouck a 4/16, diciamo che poteva andare peggio, diciamo. E via, quindi, ad una nuova settimana in cui si parlerà di imbattibilità eccetera. Però, ci sono altre cose da raccontare?

In ginocchio da te - Rosselli è stato quello che dovrebbe essere sempre, e se poi chiude con palle perse zero ha ragione lui sempre e comunque. La difesa e il ritorno nel secondo tempo. Cinciarini, letale e chirurgico, come si suol dire.

Non son degno di te - Più che l’atteggiamento forse la lentezza nel dipanarsi su tutto l’arco del campo, dato che si è iniziato davvero a giocare in ritardo. Ma per ora basta e avanza, pare.

(foto Fortitudo - Valentino Orsini)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91