Ok, ci eravamo sbagliati. L'illusione che la nottata fosse passata, che la chimica (la famosa amalgama) fosse stata trovata e che la stagione potesse girare verso il sereno e che Dalmonte avesse la bacchetta magica. Invece è ancora notte, la chimica è materia sconosciuta, il tempo è pesto e la bacchetta è in realtà un normale bastone, quello con cui forse molti tifosi agirebbero in modo percussivo verso una squadra che è tornata quella, a tratti irritante, di qualche mese fa. Treviso passa, facendo 9-29 nei 10' successivi al massimo vantaggio bolognese, cacciando la Fortitudo ad un condivisissimo ultimo posto in classifica. Ma, soprattutto, facendo evaporare qualsiasi sogno, forse ormai illusione, di fine del tunnel: ok, la classifica è corta eccetera eccetera, ma ormai si è capito che fino alla fine qui saranno sangue, sudore e lacrime. Per arrivare alla salvezza. Poi, che si rifondi il roster daccapo, pensando più alle compatibilità umane e tecniche che non a statistiche, contratti in essere e altre cose: quest'anno, non sta funzionando quasi nulla.

La partita di ieri ha detto che sotto canestro rimangono buchi tremendi, sia fisici che nelle rotazioni: Vildera ha raddoppiato i suoi highs, così come Chillo e Akele, all'andata, avevano banchettato. E nemmeno i tanti regali di una instabile regia veneta sono riusciti a far tornare in partita una Effe che continua a non trovare i giusti equilibri, e che si è sfaldata davanti alla zona avversaria. Altra settimana di riflessioni, ma è chiaro che con questi frutti la macedonia non può essere buona. Che almeno, sia digeribile, dato che il tempo stringe.

(foto Ciamillo - Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)

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