(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

34' di totale serenità per la Fortitudo, prendendo la testa dopo le classiche scaramucce iniziali (un 6-8 esterno dopo 3', poi più nulla), dopo di che l'infortunio di Fantinelli che mette il sale sulla torta rendendo quindi per forza di cose molto più amara domenica che, in precedenza, era passata liscia come l'olio. Sulla dinamica dell'incidente ha parlato a fine gara Caja parlando di antisportivo non dato, andando a rivedere la scena sembra più pura sfortuna che non contatto (Sabatino al massimo mette la mano sull'anca di Fantinelli, ma i piedi sembrano proprio non toccarsi. Anzi, non sembra nemmeno che si sia un fallo di gioco. Insomma, il capitano biancoblu avrebbe messo male il piede sinistro proprio per jella e non per influenze esterne). Quel che conta è ora sapere cosa ne sarà di chi stava in quel momento dominando la partita. E, soprattutto, si è dimostrato in questa stagione elemento imprescindibile della squadra.

Il resto è stato davvero poca cosa, con una Cremona priva del bomber Tortù e quindi di poca possibilità per reggere il ritmo: 17' a ruota, poi tutto evaporato a fine secondo quarto. La Fortitudo ha dimostrato ottima vitalità da parte dei cosiddetti panchinari (doppia cifra per Sergio e Panni, doppia tripla di Conti appena entrato: roba da far nevicare) e una sicurezza nelle proprie operazioni che voleva chiarire come Verona fosse stato un singolo episodi, peraltro di pochi minuti, sebbene con conseguenze sulla classifica più vivide e (semi)definitive. Anche Bolpin e Ogden usciti acciaccati, ma senza la stessa preoccupazione. Si spera.

Livorti
Lo speaker Francesco Livorti intona l'inno nazionale (Foto Valentino Orsini)

Just like heaven

Si sarebbe dovuto parlare di come Fantinelli stesse massacrando la partita a furia di assist (12) e iniziative personali, di Ogden e di tutto il resto, ma come si è capito l'attenzione è stata forzosamente diretta su altre cose. Allora, per sdrammatizzare, si racconti quando successo nel prepartita: annuncio dell'inno nazionale, effetto doppler dell'acustica che ha portato a suoni acidi che nemmeno Jimi Hendrix, e colpo d'ugola dello speaker Francesco Livorti che ha iniziato ad intonare il Mameli portandosi dietro tutto il Paladozza. Sanremo, chi era costui?

Disintegration

Infermeria che rischia di riaprirsi (a proposito, auguri anche all'addetto stampa, che dopo il febbrone ha avuto altra piccola problematica: muoviti, o la società ti manda, anzi si manda, a casa, la visita fiscale) come unico, benchè decisivo, dramma sportivo della serata. Attendiamo.

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