Quelle di ieri, al Paladozza, saranno sembrate principalmente un omaggio al nuovo sponsor, dato che di cose turche si è stati testimoni. Dall'ottimo inizio, dove rispetto alla Supercoppa l'unica differenza, ma basilare, è stata che le triple andavano dentro. Al passaggio a vuoto del secondo quarto, alla rimonta. Poi, sembrava una di quelle trame che in Azzarita si sono viste tante di quelle volte da far scrivere i finali in anticipo: la fischiata contro l'allenatore, il muggito della folla, il cambio di trend, la rimonta e la vittoria. Ci sono state tutte, ma non la vittoria: Reggio ha saputo riprendere in mano la gara, fino ai ferri di Gudmundsson. Curiosamente, proprio il giocatore che, Repesa dixit, vi farà innamorare. E, in effetti, fino a quelle ultime azioni così era stato. Ma si sa, il basket è fatto di episodi, punto. E la differenza tra l'estasi e il due di picche è spesso tanto minuscola quanto gigantesca, con il tu quoque che mai come ieri è parso adatto al descrivere la fazenda.

Poi, quello che è stato il dopo. Con Repesa ad apparire in conferenza stampa, dire alcune cose che non sono state recepite nell'immediato (mea culpa dello scrivente, per un attimo si era capito che il io mi fermo qua riguardasse le sue dichiarazioni, non il resto) e poi, una volta recepite, hanno portato al caos dei minuti e ore successive. Con i malpensanti che potrebbero fare notare che il divorzio dal coach croato non era questione di ci sarà? ma di quando, e soprattutto di "come". Tachicardia, e l'addio per motivi di salute non è nemmeno un inedito su questi schermi, basterebbe andare a citofonare Boniciolli. Sarà che sulla panca F passa l'elettricità, saranno stati un po' di discussioni interne (che Repesa si fosse dimesso già dieci giorni fa era una fake news, che non fosse il ritratto della serenità invece era vero, basti anche notare le frecciate a chi gli aveva garantito un Fantinelli abile e arruolato già il 9 agosto). Ma ora è tutto da rifare.

Questo dopo una gara anche incoraggiante, con palesi difficoltà in regia all'uscita dell'islandese e nel difendere l'altrui pick and roll. Ma, limitando i danni e scendendo a -10 e non -30, stavolta la rimonta era stata completata. Il resto, lo sapete tutti. E ora? Via alla rumba delle dietrologie, in attesa di vedere se Repesa sarà irremovibile e chi sarà il prossimo. Ricordando che la Effe un allenatore sotto contratto ce lo ha ancora, solo per la cronaca.

Più su - La rimonta, la puntualità di Aradori e per un bel po' la verve di Gudmundsson e Ashley. Non è parso un gruppo allo sbando, ma solo ai primi giorni di scuola, come di fatto lo è. E sarebbe bastato un cesto per trasformare lo strazio in gioia.

Spalle al muro - Sul campo, le problematiche di Baldasso nel guidare con ordine, e il nè carne nè pesce di Groselle, tra le varie cose? Fuori, vogliamo parlare del nuovo play by play del sito di Legabasket. Solo una domanda: è uno scherzo, vero? Non lo fosse, mani nei capelli. Inguardabile, sia per tifosi che per addetti ai lavori. Come direbbe John McEnroe, You cannot be serious. E infine, una piccola nota lessicale: chiamare l'arbitro per cognome e l'arbitra per nome ("Ragazza Silvia") non è sembrato un bel passaggio, anche se ieri, nel caos attorno a Repesa, è passato quasi inosservato.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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