DALLAMORA: FELICE PER LA PROMOZIONE
Presente in due promozioni, nel 1987 e nel 1993, Andrea Dallamora è rimasto nell’immaginario collettivo dei tifosi Fortitudo dell’epoca. Lo abbiamo sentito, nella speranza che la pubblicità al suo ristorante di Cervia (“Il Cantinone”) porti poi ad una cena gratis appena possibile.
Intanto ti chiediamo come hai seguito questa stagione. “Per forza di cose in modo un po’ marginale, attraverso i social e i commenti delle persone, oltre che seguendo i risultati. Sicuramente ho festeggiato da tifoso, e sono molto contento della promozione”
Tu sei stato promosso due volte, i ricordi? “Nel 1988 la squadra di Mauro Di Vincenzo era veramente forte, ha stravinto il campionato di A2 e poi anche il derby playoff con la Virtus. Tutte cose che l’hanno resa una delle Fortitudo più amate in assoluto. Era una squadra molto compatta, un gruppo tosto, unito e con due americani super. Invece nel 1992-93 abbiamo fatto una stagione con molti alti e bassi, molte vicissitudini, in quella che fu la prima volta in cui Seragnoli aveva cominciato ad investire in modo diretto. Abbiamo avuto un andamento discontinuo, poi c’è stato l’esonero di Calamai e l’arrivo di Dario Bellandi. Ma siamo riusciti a ritrovarci nei playout, ci siamo ricompattati fino all’exploit con Rimini. Fu un risultato inaspettato, vista l’altalena di risultati, mentre nel 1988 non ci furono problemi”
Tu nel 1988 eri praticamente un bambino. “Era una squadra dove alla fine giocavano in sei: il quintetto base più Masetti. Poi, oltre a Capone e Degl’Innocenti, c’erano vari juniores che si alternavano ad andare in panchina, quasi facendo una rotazione. Io magari ci andavo più di altri”
Invece nel 1993, specie nei playout, sei stato uno dei protagonisti. “Pure io avevo avuto un rendimento con molti alti e bassi, ma nei playout sono riuscito ad avere molta più continuità, facendo bene nella trasferta a Modena e poi nello spareggio con Rimini. Anche quella comunque era una signora squadra per la categoria: c’era gente come Comegys e Alibegovic, Fumagalli e Aldi…”
E hai vissuto l’emozione dell’abbraccio del Paladozza, vincendo la partita decisiva in casa. “Il Paladozza è emozionante già quando sali la scaletta che ti porta al campo, qualcosa di impagabile. Ancora di più se giochi un derby o uno spareggio, diventa un grande privilegio. Poi quella promozione fu ancora più bella in quanto inaspettata: fu una bellissima annata per la città, dato che il giorno prima la Virtus aveva vinto il suo scudetto. Per noi il ricordo che da lì prese ancora di più il via l’età dell’oro di Seragnoli”
Chi conosci della attuale rosa? “Sicuramente Mancinelli, poi gli altri italiani: Fantinelli, Cinciarini, Rosselli che aveva già fatto bene in Virtus. Martino lo seguivo già dai tempi di Ravenna, e già lì ne parlavano molto bene. Per la A2 mi è sembrato un ottimo organico, attrezzato per un risultato del genere. Ma sono stati bravi ad essere continui, perché ottenere la promozione non è mai semplice, anche se la squadra è forte, specie con tutta la pressione che c’è a Bologna”
Hai festeggiato il fatto che, con la promozione anticipata, i tifosi potranno venire prima nel tuo ristorante? “Sicuramente adesso ho messo la mia maglia al centro della sala, perché voglio che si sappia che il nostro è un ristorante fortitudino, e in Romagna non è una cosa scontata. A chi entra bisogna sempre spiegare un pochino la storia, perché arrivano clienti anche di Forlì e Ravenna… Ma, una volta spiegate le cose, capiscono. Noi, comunque, ci teniamo a far sapere da che parte stiamo”
Qualcuno magari si è rifiutato di restare? “Forse in modo scherzoso lo hanno detto. Ma io ho tanti amici virtussini, Villalta è un nostro cliente, e comunque ci sono scherzi e giochi bonari con tutti. E’ il bello della rivalità tra Virtus e Fortitudo”
Vorresti tornare al Paladozza? “Eccome. Sono tornato per le gare delle vecchie glorie, e a volte passo da Bologna per l’associazione di Willy Boselli. Ma una partita è da tanto che non capita”
Sconto per gli abbonati, ora? “Per i fortitudini, specie se la cena è piaciuta, è d’obbligo la foto a fine serata”
(foto da Il Fortitudino)