DERBY, IL PREPARTITA DELLA FORTITUDO
Sembra un vero e proprio tuffo nel passato, questo derby che in casa Fortitudo è atteso più o meno da quando, una decina di mesi fa, fu chiaro e tondo che solo l'Armageddon avrebbe tolto alla truppa la promozione. E già il 31 marzo, a docce fumanti e giocatori ancora ignudi, le prime domande non riguardavano l'emozione della vittoria, ma come sarebbe stato riaffrontare la Virtus. Con una impazienza che ricorda appunto i tempi antichissimi, quando di fatto l'Aquila era un passo indietro come ambizioni e budget, e aspettava la stracittadina per ribaltare le sovrastrutture già scritte. D'altra parte che ci sia attesa è normale: abituati ai tempi d'oro, quando di F-V (o V-F) ce n'erano quasi ogni settimana, ora basti sapere che mercoledì sarà la terza sfida del decennio, la prima in serie A, e solo per 6 giorni non si sono tenuti gli anni '10 del ventunesimo secolo vergini, nella massima serie, di derby.
Sembra di essere tornati ai vecchi tempi, come abbiamo detto, con la Fortitudo che sa di giocare un campionato diverso da quello dei ricchi cugini, anche se finora la latitudine biancoblu è stata comunque molto superiore al preventivato. E la Virtus che, da un piano maggiore, si approccia alla giornata con l'idea di avere molto più da perdere che non i cugini (anche se, come titolato anni fa da un libro di Enrico Schiavina, Cugini mai). Oggi, sembra di ricordare la vigilia del 1986, quando la Fortitudo arrivò in casa Virtus con un record di 7-5 (toh, quasi lo stesso di oggi) e con l'entusiasmo di chi non si aspettava tal pienezza di carniere. E, sulle ali di quell'entusiasmo, ci fu la vittoria contro i bianconeri. Poi magari non stiamo a raccontare come finì, quel campionato, ma è anche vero che la formula, diversissima, renderebbe difficile un eventuale tracollo biancoblu.
E allora, cosa dire del prederby che non sia già stato detto, raccontato, scarnificato da 9 mesi che sono sembrati solo una infinita gestazione, un lungo parto, una marcia di avvicinamento al Natale? Forse davvero nulla, se non entrando nella simbologia di stelle comete, Magi, buoi e asinelli eccetera. Agonisticamente parlando, la Fortitudo ci arriva con autoconsapevolezze maggiori rispetto ad un mese fa, e forse la Virtus ci arriva con qualche dubbio sulla propria tenuta rispetto sempre ad una trentina di giorni addietro. Ma a questo punto è il caso di affidarci alla più bieca retorica: non ci sono più le mezze stagioni, i giovani d'oggi non hanno rispetto per niente, il derby sfugge a qualsiasi pronostico. Allora amen: in tarda serata, domani, parleremo di cose concrete. Per ora, solo buon divertimento.
(foto Fortitudo - Valentino Orsini)