Nell'ambito di uno "speciale derby", il Corriere di Bologna ha sentito Zare Markovski, ex coach della Virtus.
Un estratto delle sue parole.

Derby di Bologna che ricordi ha? Al primo, in trasferta al PalaDozza (perso 93-81), arrivammo da neopromossa e capolista. Prima di salire le scale verso il campo mi tremavano le gambe, ancora non so come ho fatto ad arrivare in panchina. Non penso di aver mai vissuto una situazione simile.

Poi altri tre in campionato. L'ultimo, sempre in trasferta al PalaDozza (vinto 81-92), è stato piacevole. La tensione della prima volta era evaporata, ormai da esperto o quasi tenevo sotto controllo le emozioni e la partita. Strada facendo ti senti sempre più capopopolo, sapendo che devi guidare una macchina a 200 all'ora. Dopo quella partita mi sentivo il capo del mondo, ero veramente sulle nuvole.

La presenza della Fortitudo è comunque positiva per la Virtus e viceversa? Credo che ne benefici tutto l'ambiente, anche se in questo momento la differenza fra le due squadre è evidente e ognuna fa un proprio campionato. Penso che la Virtus abbia inquadrato bene i suoi obiettivi ed essere andata a giocare in Fiera è un modo per andare in quella direzione al di là del derby. Per la Fortitudo è la partita dell'anno, mentre la Virtus penso stia cercando di reinventare il derby d'Italia contro Milano piuttosto che quello di Bologna.

Il derby in Europa più bello quale è? Credo che il più grande e sentito sia quello di Salonicco fra Aris e Paole. Due anni fa sono andato a vederlo dal vivo nei playoff, ma ci sono rimasto un po' male perché una sfida bellissima come questa non aveva più quel sapore di una volta. Non ci sono più i tifosi in trasferta a causa di incidenti avvenuti in passato e questo penalizza un po' l'atmosfera.

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