IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO - PIACENZA
Montegranaro che vince sempre, e che tiene alta l’attenzione di una Fortitudo che continua a tenere il punto in casa propria anche in una giornata dove, può sembrare strano, malgrado il +19 e l’abisso nella valutazione (128-61), non è stata la migliore delle prestazioni possibili. Per la prima volta in stagione, se vogliamo, c’è stata una certa differenza di rendimento tra prime e seconde linee, anche se Martino di fatto non è stato costretto a spremere i polmoni dei titolari più di tanto (Hasbrouck il più utilizzato, 26 minuti). Plauso a Piacenza che non si è spaventata e scansata come era successo qualche settimana fa a Jesi, ma alla fine contava vincere, si è vinto, tutti felici.
Poi è chiaro che non si può vincere e dominare in tutte le partite, e che certi passaggi a vuoto possono anche essere accettati. E, peraltro, a leggere fin qua sembrerebbe che si stia a commentare una domenica di fatica e di stenti. Tutt’altro: qui si dimostra che l’attenzione deve essere alta lungo tutto l’arco dei 40’, anche se Martino a fine gara ha poi spiegato come, in partite già così asfaltate fin dall’inizio, qualche errore e sbavatura ci potrà anche essere. Incamerata la vittoria, ora a Mantova, per cui il dopopartita finisce qui, visto che l’attenzione è giusto che sia già altrove.
In ginocchio da te - La prova di coraggio di Hasbrouck, facilitata anche da compagni che nelle prime battute lo hanno messo nelle condizioni di sbloccarsi subito. E Leunen, come solito. Ma qui si tratta di control+c se ce n’è uno.
Non son degno di te - La percentuale ai liberi, sintomo forse di qualche cellula cerebrale non connessa come fin qui sempre capitato. E, come detto, la non clamorosa prova delle seconde linee. A voler proprio essere pignoli, ecco.
(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)