RAMAGLI: ARADORI HA BISOGNO DI ESSERE UN RIFERIMENTO IMPORTANTE PER LA SQUADRA. ALLA FORTITUDO FARA' MOLTO BENE
Il coach di Udine Alessandro Ramagli è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.
Aradori è l'uomo giusto per la Fortitudo? Se Pietro non rientrava più nei piani della Virtus, quella di andare alla Fortitudo è stata per lui un'ottima soluzione. In questo modo ha trovato una squadra che punta forte su di lui: la Effe si è rinforzata con un giocatore importantissimo e la Virtus ha lasciato andare un elemento che non faceva parte del suo progetto.
Cosa si deve fare per metterlo nella condizione di rendere al meglio? Pietro si mette da solo nella condizione migliore nel momento in cui è un riferimento importante per la squadra. In questa Fortitudo lui sarà una pedina fondamentale per coach Martino, per cui non ho dubbi che farà molto bene.
Fosse rimasto alla Virtus avrebbe sofferto? Per il roster che la Virtus ha allestito, Pietro non avrebbe avuto quelle responsabilità primarie che ha sempre avuto in carriera. Il contesto della Fortitudo oggi gli si taglia meglio addosso.
Un giudizio sulla Fortitudo? E' stata costruita con oculatezza per raggiungere l'obiettivo della salvezza. Una volta ottenuto, potrà pensare a qualcosa di più, ma al primo anno in Serie A è necessario rimanere con i piedi per terra.
E la Virtus? E' attrezzata per un campionato di eccellenza e per fare bene anche nella competizione europa, sapendo che potrebbe aprirsi una porta per l'Eurolega.
Sul derby, la Virtus giocherà in Fiera, la Fortitudo sta valutando la Unipol Arena. Se fossi Antimo Martino, vorrei giocare al PalaDozza tutta la vita, cosi come se fossi un tifoso bianco-blu. Però se fossi il presidente della Fortitudo non chiuderei la porta ad un'altra opzione importante: è inutile nascondere l'importanza dell'incasso di una partita come il derby Capisco la decisione della Virtus: se una delle due squadre doveva prendersi il rischio di uscire dalla propria zona di comfort, quella era la Segafredo.
(foto Fabio Pozzati)