TEODOSIC: ORGOGLIOSO DELLO SCUDETTO E DI COME CI SIAMO UNITI. AL MOMENTO NON HO PENSATO AL FUTURO
Milos Teodosic è stato intervistato dal sito serbo mozzartsport.
Un estratto delle sue parole.
Il 4-0 l’Olimpia è stato inaspettato. Ha sorpreso anche noi. L’Olimpia una squadra di grande qualità. Una grande favorita non solo nella serie ma anche in EuroLeague dove è stata tra le prime cinque-sei squadre. Abbiamo giocato come lo scorso anno fino allo stop per la pandemia.
Nell’ultimo mese e mezzo ci siamo uniti ed abbiamo giocato alla grande. Sono orgoglioso di come abbiamo giocato. Ed anche se avessimo perso avrei detto lo stesso. Sarei comunque stato
orgoglioso.
Il futuro? Con Scariolo ho parlato. Abbiamo parlato della squadra, del club ed in generale. Vuole conoscere meglio l’ambiente in cui si trova ed è normale aver parlato con lui. Io ho la possibilità di uscire dal contratto (sino al 10 luglio, ndr) ma sinceramente al momento non ci ho pensato. C’è una persona che si occupa della situazione e d’accordo con lui vedremo cosa fare. È bello per me stare a Bologna
Le parole di Belinelli? Sono felice di quello che ha detto. Non conoscevo Marco prima di Bologna. Una grande persona e compagno di squadra. Un giocatore di esperienza che ha giocato
in grandi squadre con compagni fortissimi. Cerca sempre di trasmettere la sua esperienza ai tutti noi, soprattutto ai più giovani. Sono contento di aver avuto la possibilità di giocare con lui.
Markovic? Siamo riusciti finalmente a giocare insieme. Gli voglio bene e dopo questi due anni siamo diventati ancora più amici. Volevamo vincere qualcosa insieme ed alla fine lo abbiamo
fatto in maniera dominante. Non sappiamo cosa accadrà in futuro ma ci piacerebbe giocare assieme ancora. Vediamo se sarà possibile.
Il rapporto con Djordjevic? Avevo già un ottimo rapporto con Sasha. A partire dalla nazionale. Sasha è stato il motivo della mia firma a Bologna. Mi dispiace che sia finita così dopo un grande successo. Speravo non accadesse e pensavo che non sarebbe successo. È vero che il basket, come altri sport, sta diventando sempre più solo un lavoro, dove non ci sono troppe emozioni. E poi chiedono ai giocatori di provare emozioni.