(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)

Lo cantava Zucchero - le cui passioni cestistiche però sono ignote - anni fa, quando vedo te sento le campane. E' quello che sta capitando in casa Fortitudo, con la squadra che vince quello che era stato ipotizzato poter essere davvero uno snodo pericoloso, rimane a Natale in testa alla classifica, e lancia un discreto messaggio a tutto il resto della truppa di A2: attenzione, siamo una squadra seria. Non che qualcuno pensasse il contrario, ma battere una Trieste che era venuta qui con un discreto filotto di vittorie, con il capitano fuori, e senza mai davvero rischiare, è un bel segnale. Certo, Trieste ci ha messo del suo con un gioco scelleratamente rinunciatario (10/15 da 2 e 14/46 da 3, da Grinnell fanno sapere di essere lusingati ma che forse hanno esagerato) e quindi alla lunga fin troppo prevedibile, ma la prova di squadra dei Caja's è di quelle che ha fatto saltare il tappo delle emozioni e, alla fine, è stato anche difficile contenere la gioia collettiva. Perchè c'era un po' di timore, perchè la settimana di allenamenti era stata per forze di cose mutilata, perchè… ok, poi ci hanno pensato i giocatori, tutti, ad evitare che Babbo Natale sbagliasse indirizzo.

E' una squadra che chiaramente non potrà andare avanti con il rendimento splendido di inizio stagione, che potrà avere normali alti e bassi, ma che intanto lotta su ogni boccia e che vive una strana empatia con il pubblico: quando c'è un errore, una palla persa, una lettura non corretta, la gente non si lamenta ma teme per l'incolumità dei giocatori nel rischio di cazziate che sono ben più temibili che non lo sbuffo per l'errore in sè. E' successo ieri a Bolpin, misteriosamente incartatosi in contropiede, o in altre occasioni. E quando l'errore è perdonato - anche perchè ce ne sono stati davvero pochi - allora tutto funziona davvero bene. E Buon Natale, con Caja nel finale a virare strategia: dopo aver fatto presente per settimane che certi giocatori non sembravano adatti (magari sperando in qualche modifica), ora spiega che eventuali cambi in corsa rischierebbero di non essere assimilati da un gruppo che, con i suoi limiti, funziona davvero bene. Meglio così.

Tedeschi e Panni
Tedeschi e Panni - Foto Fortitudo Pallacanestro 103

 

Just like heaven

Tutto, ma una domanda va posta ad Aradori, che ieri si è preso 21 tiri come giusto faccia quello che è il leader designato (record da quando è in Fortitudo, appaiando un 12/21 di 3 anni fa contro Cremona): cosa è cambiato, rispetto all'evidente disagio condiviso delle ultime stagioni? Poi, una squadra davvero in palla, con indulgenza per chi (Conti e Morgillo) non sempre riesce ad essere pronto in tempo reale. Giordano, invece, piano piano, ci sta riuscendo.

 

Disintegration

Sul campo assolutamente nulla. Peccato per i battibecchi sugli spalti durante l'inno nazionale e il minuto di raccoglimento condiviso tra Tesini e Laguardia. Vabbè, Buon Natale.

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