FORTITUDO, LA DIFESA E GROSELLE: I CASI DA RISOLVERE PER SALVARSI
Penultima difesa come punti concessi (solo Varese fa peggio), peggior rendimento casalingo (4-6, alla faccia del fattore campo al netto della mancanza della Fossa e delle restrizioni, che però valgono per tutti) e recenti gare in casa dove, dietro, si è concesso di tutto a tutti. I 32 punti in un quarto contro Tortona, imitati domenica nei 30 presi contro Brescia e i 33 nel secondo quarto contro Sassari: che la Fortitudo non fosse stata costruita e ri-costruita con criteri da mastino era chiaro, ma almeno in casa si sperava potesse esserci qualcosa, dentro, a compensare le carenze strutturali. Niente da fare: 13sima come percentuali nel tiro da 2 concesse, soprattutto ultima nel tiro da 3 (le avversarie tirano con il 40%), giocandosi il peggio delle specifiche classifiche con Varese.
Si può disquisire all'infinito di questa situazione e su come ci si possa essere arrivati, ma il guaio è che la squadra pare ben lontana da una quadra, e di scosse non se ne sono viste malgrado il cambio di allenatore e il ribaltamento di buona parte della squadra. Arrivato il limitato Durham al posto del misterioso Gudmundsson, il fragilissimo Feldeine al posto del poco inserito Richardson, il fuori ruolo Charalampopoulos al posto di Ashley (forse l'unico che, con i suoi limiti, era l'uomo meno sbagliato nel posto giusto) e aggiunto lo statisticamente discreto Frazier: questo pare non bastare davanti a limiti ancora palesi e plateali. La Fortitudo non ha una prima linea difensiva decente - il modo in cui Laquintana domenica ha buggerato Durham e fatto sottomano di sinistro davanti a gente che si è disinteressata della chiusura ne è lo specchio - nè, sotto canestro, intimidatori o rimbalzisti. D'altronde chiedere a Benzing di essere uomo-difesa sarebbe andare contro statistiche esistenziali che non lo hanno mai visto, in vita sua, oltre i 4 rimbalzi di media: un sacrilegio, per uno della sua altezza. E i limiti di Groselle sono ancora più palesi, visti i difficili accoppiamenti tattici. Il giocatore - come riporta Damiano Montanari su Stadio - è a rischio taglio, verrà nei prossimi giorni raggiunto a Bologna dal suo agente Scott Nichols, e ha mercato in mezza Europa: evidentemente è ritenuto meglio di quanto non stia mostrando qua. Cosa questa, ovvero l'arrivare in Fortitudo e rendere meno del previsto, ormai canonica per tanti giocatori.
Poi è vero, il rendimento offensivo (ottava come punti segnati) non è da ultimo posto, ma continuare a pensare che con quell'attacco qualche partita la si vince per forza cozza contro quanto si vede sul parquet. Ovvero, che in un modo o nell'altro le avversarie la portano quasi sempre a casa, e che non bastano le estemporaneità di una squadra di buone individualità ma non sempre buon gioco corale (undicesima negli assist) a salvare i risultati. Con americani che attaccano solo dal palleggio, Benzing che in area non ci va mai, Aradori che troppe volte aspetta staticamente passaggi che non arrivano, e lunghi mal serviti da alley-oop scentrati.
E allora? Allora è difficile capire dove andare a modificare ulteriormente un roster che avrebbe, ancora oggi, 2 o 3 ruoli davvero rivedibili. E se ad Antimo Martino non rimane che lanciare la lavagnetta per terra dopo l'ennesima sonnolenza difensiva dei suoi, tutto l'ambiente deve davvero, adesso, provare ad andare oltre i propri limiti per salvare la categoria. Altro, davvero, non si può dire.
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)