Passata la nottata della sesta sconfitta in sette gare, la Fortitudo si ritrova all'ultimo posto in classifica, con la nuova casa della Unipol Arena razziata per la terza volta su quattro e con la curiosa - in questo nuovo basket di porte chiuse - cifra di essere l'unica, tra le sedici, a non avere mai vinto in trasferta. Come dire che si prende l'onere di non avere vantaggi a giocare in casa, ma non si prende l'onore di rendere la pariglia fuori dalle mura (presunte) amiche. Poi magari si potrà dissertare sul fatto che, magari, le porte chiuse al Paladozza sarebbero state un po' meno ostili, ma cosa fatta, come si dice, eccetera.

Il lunedì mattina, si disserta per forza di cose su panchina a rischio di Meo Sacchetti, che ha di certo l'alibi di una squadra che non è esattamente quella ideata ad agosto (e su cui nessuno ebbe di che strapparsi le vesti) e che non era previsto giocasse gare importanti con un minimo di due-tre titolari assenti. Chiaro che una squadra con questo tipo di equilibri precari avrebbe bisogno di tempo e stabilità per assestarsi, ma gli infortuni hanno fatto il proprio, senza far distinzioni tra partite di precampionato e queste, che comunque punti in classifica ne hanno offerti e mai sono stati presi. Che la società sia voluta venire incontro all'emergenza lo dimostrano gli arrivi di Cusin e Saunders, e ora ci si chiede se dare tempo per l'assimilazione o agire di taglio. Considerando che domenica si potrebbe non giocare - e sarebbe paradossale che a decidere se tirare la ghigliottina in testa a Sacchetti possa essere Antimo Martino - e che la gara dopo dovrebbe essere il derby. Dovrebbe, perchè qui si naviga a vista.

Nomi alternativi? Si guarda tra chi è libero: Banchi, Buscaglia, Pianigiani e Ramagli sono quelli fatti, in rigoroso ordine alfabetico, da Repubblica, ricordando comunque che ognuno di questi chiede esborsi portafogliai diversi. Dalmonte il nome fatto dal Carlino, mentre per il Corriere dello Sport circola il nome di Zare Markovski, che nel caso sarebbe alla terza vita bolognese dopo quella che in Virtus lo portò alla finale scudetto e successivo siluro con anni a beccarsi tra lui e Sabatini (e sarebbe curioso vederlo allenare il di lui figlio, nella di lui Arena) e quella che in BBB lo vide, invece, chiudere strappando striscioni che lo criticavano davanti agli occhi attoniti dei - pochi - tifosi.

Senza dimenticare la possibile promozione di Stefano Comuzzo, che tra tutte queste sarebbe forse la più apprezzata dalla tifoseria, l'impressione è che in società si voglia aspettare ancora un attimo, non dimenticando che l'operazione esonero rischia di affaticare ancora di più casse che non sono di certo floride, per forza di cose.

(Foto di Valentino Orsini/ Fortitudo Pallacanestro Bologna)

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