Teo Alibegovic è stato ospite di Vitamina Effe.

Come è stata l'accoglienza di domenica? "Bellissima. Non è stata la prima volta, ricordo quando sono tornato giocando con l'Alba Berlino. E' sempre come tornare a casa, non senti niente di strano se non tante emozioni forti come quelle che avevo quando giocavo. E' quando sei lontano da una cosa che capisci quanto tu la apprezzi: il vero fortitudino è quello con i 'cojones', e io mi sarei svegliato ogni mattina a sentire il coro per me, altro che quelli per il caffè."

Come hai visto questa Fortitudo? "E' una situazione complessa. Non vorrei sparare a nessuno, ma qui nuovamente ho sentito un uccellino raccontarmi delle cose da parte di chi è seduto in panchina, ovvero che giocare al Paladozza dia pressione. Allora, cazzo, cambia mestiere: queste cose dovrebbero portarti il sangue negli occhi, a darti il massimo della competitività. Io sono stato solo un lampo, un anno e una partita, e questo mi ha cambiato per sempre: non posso accettare qualcuno che, fuori dal palazzetto, dice queste cose. Cambia lavoro"

Ci si chiede se ci siano problemi dentro lo spogliatoio, gruppettini tra i giocatori, benchè smentiti da Dalmonte che ha sempre difeso i suoi giocatori. "Io sono in questo mondo da 41 anni. Dico che voglio bene a Dalmonte, ha allenato mio figlio a Pesaro, è entrato in Fortitudo dopo di me, come vice di Scariolo, e ha vissuto tanto di questo mondo. E non deve dire cazzate: è giusto che il capitano non lasci mai la barca e li difenda sempre, ma tra i giocatori c'è gente che è stata in nazionale, altri che si definiscono stranieri e non fanno la differenza, e un palasport che anche in serie Z ha portato almeno 4000 persone. Non si può dire che le cose vadano bene, si vede anche da un aeroplano. Non è possibile che un giocatore illustre prenda un tiro in 27', e gli uccellini dicono che quando gli è stato chiesto di tornare in campo ha detto che non serviva perchè gli altri stavano andando bene. E l'allenatore, che deve essere come un regista, deve sapere sempre cosa fare e quello che lui dice, fosse anche far ripetere 10 volte la scena a George Clooney, va ascoltato: poi magari ci si insulta dopo, ma in campo si fa quello che dice l'allenatore. Dalmonte sta salvando i soldati, ma le cose non vanno bene."

Si poteva fare fallo nel finale? "I nostri lunghi non sono adatti al cambio sistematico, quando lo hanno fatto sono stati infilati da Mayfield, e forse in questo caso l'allenatore ha avuto ragione a non fare cambi difensivi. Ma la cosa più eclatante è stato quel tiro stupido nel finale, quando il nostro Mister 17 punti avrebbe dovuto mettersi la palla sotto la maglia e andare via: ha fatto punti, ma di qualità disastrosa. Ha sbagliato società, punto. Io Torino la conosco, si è presentata senza alcuni giocatori, e ha sfruttato i difetti della Fortitudo, che è stata disunita e figlia solo di continue soluzioni individuali. Non c'è mai stata la voglia di scegliere un buon passaggio piuttosto che un brutto tiro, le nostre qualità di tiro sono sempre opinabili."

Il tuo futuro si potrà incrociare con quello della Fortitudo, specie dopo le parole di Gentilini? "L'intervento me lo hanno raccontato, è cosa buona. Gentilini è un giovane imprenditore sicuramente molto appassionato, dal tono con cui ha parlato si capisce quanto ora soffra. Noi siamo fortitudini ma la vediamo dall'esterno, con maggiore distacco, ma quando ci sei dentro e senti tutto quello che succede, sei costretto a cavalcare qualsiasi tipo di onda. Lui ha messo i suoi soldi, ha dichiarato la sua presenza, fosse anche come sponsorizzazione (che comunque ha aiutato un sacco nell'operatività annuale), poi ha avuto il fegato di dire che è pronto a mettere qualcosa in più per rilevare la società. E questo ci dà la speranza che qualcosa si stia muovendo, magari con altri che ora non si vogliono far vedere. A nessuno piace far parte di qualcosa che non sia chic, e per questo c'è chi sta solo guardando, mentre Gentilini si è dichiarato: non importa come lo ha fatto, ma è giusto che lo abbia fatto. Leggendo anche la risposta di Muratori, ho capito che debiti ce ne sono ancora e altre cose da sistemare: hanno detto cose diverse, ma entrambi sono d'accordo nel fatto che la situazione è 'leggermente' complessa e che va risolta, in qualche maniera. Hanno lavorato bene in estate, rateizzando i debiti, e la domanda a questo punto è come far andare via Muratori a testa alta, perchè non dimentichiamo che è grazie a lui che c'è una squadra e che possiamo dire che qualche giocatore è un coglione. Ma è importante che si parli, altrimenti resterebbe soltanto l'altra sponda"

Come fare per farlo uscire a testa alta? "Bisognerebbe vedere i conti. Io leggo i giornali, ho esperienza di 40 anni e amici che mi permettono di leggere tra le righe. Dal 1992 ho amici a Bologna, conosco sponsor, ci sentiamo spesso e subito dopo le domande sui figli partono quelle sulla Fortitudo."

Sei disponibile a rientrare? "Io sì. So che magari altri sull'altra sponda hanno riso quando ho detto che non sarei andato da loro preferendo altre scelte. Non sono uno che va da tutte le parti, sono un uomo con un sacco di esperienza, con conoscenze dei settori giovanili dell'ex Jugoslavia, so cosa potrebbe essere utile perchè quando non ci sono i soldi serve immaginazione e flessibilità. Si deve guardare fuori dalla scatola, perchè siamo in questa situazione per cui gli imprenditori hanno perso fiducia e non vogliono comperarsi rotture di palle o rischio di perderci la faccia. Questa Fortitudo non ti fa perdere la faccia, ma non offre fiducia per chi vorrebbe rischiare. Io potrei portare un quadro più largo, portare sponsor e idee anche da fuori di Bologna, perchè ora sembra che nessuno voglia uscire da pochi chilometri quadrati"

Tu porteresti qualcuno? "Il posto c'è per tutti, il problema è trovare la giusta collocazione"

Porteresti tuo figlio? "Quale? Ne ho tre che stanno facendo la loro carriera, e anche un nipote..."

Chi terresti nella prossima stagione? "Quando si tratta di Fortitudo va bene essere politicamente corretto, ma non si può dire che tutto va bene quando si prendono pugni nello stomaco, e sono tornato a casa incazzato al punto che mia moglie mi ha detto di parlare con i figli per calmarmi. Questi giocatori in un contesto diverso renderebbero di più, perchè se sei motivato non regge nemmeno la muraglia cinese, anche Gengis Khan motivato ha vinto contro tutti: se non sei motivato non devi nemmeno andare a prendere il pane perchè rischi di sbagliarti"

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