E allora goda, la Fortitudo, che oggi torna laddove 10 anni fa perse il posto, strapazzata da Faraoni Stellari e nefandezze varie. Ci torna alla fine – anzi, nemmeno alla fine – di un campionato iniziato bene, continuato bene e finito bene. Dove tutto è andato per il verso giusto, dove tutte le maledizioni, i sortilegi degli ultimi anni sono stati messi da parte per permettere l’apertura delle danze di chi torna a rivedere le stelle. Per giubilo e commentarii a dopo: per ora, la cronaca di una partita che soffre di immediata voglia di anticipare la festa, con la Fortitudo tesa e Ferrara poco propensa a stendere tappeti rosa. Serve un terzo quarto da 32 fatti per aggiustare la rotta, e per iniziare la festa.

Si parte con, chissà, forse prevedibile braccino: da fuori la palla non entra, si corre più di quanto non si dovrebbe, e gli ospiti non sembrano essere arrivati al Paladozza in veste di pizzettari pronti alle consegne per i successivi bagordi. Pini già fuori per male alla schiena, Hasbrouck non la mette, Swann sì, e serve un po’ di Mancinelli per limitare i danni (era 9-14, sarà 19-23 al 10’).

I postumi della pre-sbornia continuano a farsi sentire, e Ferrara facendo semplice compitino arriva fino al +10, 19-29, contro una Fortitudo che non sa bene come fare per liberarsi da fantasmi e chissà cosa altro. Servono timeout, urlo della folla, Swann messo a riposo un attimo, e qualcosa inizia a cambiare: si stringe meglio dietro, si corre in contropiede, Hasbrouck mette la prima tripla bolognese in partita, ed è 32-33. Allo stesso Lassie servono 4 liberi per mettere i due punti del primo sorpasso, e sono utili segnali di vita che portano al 20’ sul 38 pari.

Con una situazione falli già pesantissima (e con tecnico a Leka), Ferrara non riesce più a far fronte contro una Fortitudo che esce dallo spogliatoio molto, molto più leggera. Ecco, quindi, che viene aperto il parzialone di 24-6, in 5’, che gira tutto l’andazzo. 62-44, allentamento difensivo, troppo spazio a Molinaro, 70-58 al 30’.

Ferrara ne ha ancora un pochino, tocca il -7, ma è troppa la voglia bolognese di straripare ovunque ci sia modo e maniera. Mancinelli in contropiede, Hasbrouck da casa sua e Fantinelli in appoggio rimettono 16 di divario, e il resto è solo il faticoso tentativo di arrivare al 40’. Poi ci si arriva, entrano pure i bambini (e Franco subito tripla), nunc est bibendum.



( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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