Sabrina Cinili è stata intervistata da Emanuele Malaguti su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Che sensazione vi dà essere le prime della classe?
«Sicuramente è bellissimo: si tratta della prima volta per Bologna e questa cosa la sappiamo bene. Dietro di noi abbiamo una Società che ci sostiene costantemente, che ci fa vedere quanto sono importanti i nostri risultati, cosa che ha fatto dall’inizio del campionato sino ad ora. Siamo consapevoli dell’ottimo risultato ottenuto che è per noi motivo di orgoglio, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che non abbiamo ancora fatto niente. Il nostro obiettivo è vincere lo Scudetto».

Cosa si prova ad essere il capitano di una società così prestigiosa?
«Per me è un ruolo molto importante, se fossi stata più giovane non lo sentirei in questo modo. E’ una grande responsabilità così, cui dobbiamo aggiungerci il prestigio che ricopre la Virtus nel panorama cestistico italiano, gli obiettivi che possiamo raggiungere e la presenza del dott. Zanetti che è fortemente legato a noi. Credo di non poter aspirare a nulla di meglio: se dovessi vincere lo Scudetto qui, penso che raggiungerei il traguardo più bello della mia carriera».

Il rapporto con coach Ticchi?
«Ho incontrato Ticchi per la prima volta in Nazionale, avevo 19 anni e fu lui a chiamarmi in azzurro. Mi è sempre piaciuto: nel tempo il suo metodo di allenamento è cambiato, prima era molto più rigido, ora lo è meno. Chi non lo conosceva ha fatto più fatica ad abituarsi ai suoi metodi, ma ora credo che si sia creato anche con lui quel legame che serve per raggiungere determinati risultati».

Il finale di stagione: Coppa Italia e playoff.
«Reputo la Coppa Italia un campionato a sé: contano molto le emozioni, le motivazioni. Sicuramente giocare tutte quelle partite in così pochi giorni è difficile, quest’anno siamo più attrezzate per ambire alla vittoria finale, ma non dipende solo da noi, vedremo in che condizioni arriveranno anche le altre squadre».
«Ho solo un obiettivo: vincere lo Scudetto. Nel caso non dovessimo conquistare la vittoria finale, lotteremo fino alla fine: diventare campionesse d’Italia è un traguardo che può richiedere più anni per essere raggiunto, ma senza dubbio desideriamo vincere, mettendo in campo tutte le nostre capacità per non aver nessun rimorso».

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