Achille Polonara è stato intervistato da Domenico Latagliata su Il Giornale.
Un estratto delle sue parole.

La Nazionale? Un sogno da vivere in prima persona. Non è una frase fatta, almeno non per me. Vogliamo divertirci e far divertire anche ai prossimi Mondiali, dopo avere sfiorato una medaglia agli Europei ed essere tornati alle Olimpiadi dopo 17 anni.

Il Poz, che mi ha allenato anche a Sassari, è unico. È il nostro fratello maggiore: per qualcuno è un matto che ama esagerare, in realtà è l'uomo che ci fa rendere al meglio. Con lui siamo tranquilli: in campo ci sono poche regole da rispettare, ma disponibilità e condivisione non mancano mai.

E la squadra di oggi che Nazionale è? Tosta, di sicuro. Con alcuni giovani più che promettenti e i veterani che li aiutano a crescere. Andiamo ai Mondiali per stupire: non partiamo battuti contro nessuno, come abbiamo appena dimostrato battendo in amichevole Serbia e Grecia.

Quattro stagioni fa lei ha scelto di lasciare l'Italia andando prima in Spagna, poi in Turchia e Lituania: quale il bilancio? Più che positivo. A 28 anni era giusto trovare una squadra di Eurolega che mi desse fiducia ed è andato tutto bene, al punto che anche mia figlia è nata in quel periodo. Anche vivere a Istanbul è stato bellissimo, pur se diverso. Quanto alla Lituania, l'atmosfera è pazzesca ovunque ti trovi.
Cosa porterebbe in Italia di quanto vissuto fuori? Le strutture sportive della Spagna, per cominciare. E il tifo a favore, sempre: da noi gli insulti sono all'ordine del giorno, in Lituania applaudono chiunque entri in campo anche solo per il riscaldamento. Non ultimo, la capacità che hanno altrove di fare giocare i giovani.

Nonostante tutto, ha appena firmato per la Segafredo Bologna.
Mi avevano già cercato più volte, è una piazza di Eurolega dove si mangia pane e basket: faremo bene.

(foto FIBA)

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