Clima cambiato, e lo si sapeva, e Fortitudo che tiene il servizio in casa andando ad aspettare il match point di mercoledì contro una Cento che, a quanto pare, i certi li ha esauriti tutti domenica scorsa. Quando Bologna era evidentemente ancora in attesa di capire cosa volesse dire scossa: ora le cose sono state interiorizzate, tutti giocano in maniera armoniosa, si difende pure, e vai te a sapere – o forse lo si sa – come fossero andate le cose in precedenza. Ma come si suol dire cosa fatta capo ha, e i 3739 presenti al Paladozza, a parte ovviamente lo spicchio ospite, scoprono che il campionato può davvero iniziare adesso.

Salutato Carlton Myers in parterre, si comincia in modo facile facile: 5 volte si alza la mano dall’arco, 5 volte si fa canestro, 17-9 e festa grande. Cento però stavolta non si fa prendere dal panico, aspetta un qualche giro di cambi e, goccia su goccia, quasi la impatta già prima del 10’, che arriva sul 19-17 interno.

La situazione falli obbliga Angori a minuti senza vips, Cento mette il nasino avanti ma è più che altro un batti e ribatti tra chi non fa più fuochi d’artificio – ma sa come tornare sulla terra – e chi, tutto sommato, spreca anche qualcosa. Serve allora tornare da Cucci e da Aradori, che fanno boccone di chi, dall’altra parte, deve sopportare solo tiri sbilenchi di Tomassini. Italiano fa ripartire la goleada (10/15 da 3 all’intervallo), 18-4 di parziale in 5’ senza beccare un cesto dal campo, 45-32 Fortitudo al 20’.

Le maschere faticano a tenere buoni i tanti tifosi che assaltano Myers per una foto, e Cento nulla riesce a fare per contenere una Fortitudo che gioca sull’entusiasmo di chi sbaglia poco, e sa che di fronte ha chi invece sbaglia tutto. Così, quando anche Candussi inizia a librarsi nell’aere per fare i suoi comodi ecco sfiorar ventello (63-44) e poi toccarlo quando segna perfino Vasl. 67-46 al 30’.

Sul +23 si cerca di capire che intenzioni abbia Cento, ovvero se dargliela su o cercare l’ultimo assalto. Per un po’ sembra che la risposta sia la seconda, con Archie e Mussini a scalare la montagna fino al -10. Poi però si riattivano Italiano e Panni, e tutto quello che c’era da chiudere viene chiuso. Per ora.


(Foto Mauro Donati)

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