Intervistato da COSMOTE TV, il Segretario Generale di FIBA Andreas Zagklis ha parlato del futuro del basket e dei dialoghi con le altre realtà.

La verità è che sembra essere passato molto più di tre anni con tutto quello che è successo. Sono stati senza dubbio tre anni in cui, come ‘famiglia del basket’, ci siamo sempre più uniti.
Sono state intraprese azioni. Siamo stati il primo sport a creare un protocollo globale per tutte le competizioni, siamo stati il primo sport a giocare delle qualificazioni in tutti e 5 i continenti, a novembre 2020, in cui più di 1000 atleti hanno viaggiato senza ammalarsi. Hanno disputato le qualificazioni per Eurobasket e per le coppe Americana, Africana e Asiatica. Tutto questo ci ha reso più forti e penso non ci sia dubbio sul fatto che tutto ciò ha aumentato la credibilità dell’organizzazione come leader del movimento dello sport in generale. In molte occasioni, FIBA era davanti a tutti. E allo stesso tempo credo, e stiamo lentamente iniziando a vederlo, che i membri della famiglia del basket si siano anche avvicinati gli uni agli altri. Ci siamo resi conto che i problemi del passato diventano relativi durante una pandemia.
Chiaramente, cercare unità è parte del nostro lavoro. Non siamo un’istituzione che ha solo un ruolo di regolamentazione, che detta le regole, che organizza semplicemente i mondiali e altre grandi competizioni. Siamo l’organismo che mira a promuovere lo sport e il suo sviluppo. Per uno sviluppo ulteriore, ovviamente bisogna trovare forza nell’unione, specialmente nei momenti di crisi. Vedendo allo stesso tempo come l’unità della famiglia di FIBA ha reso l’organizzazione più forte, non ci sono dubbi per me che è attraverso le partnership che il movimento crescerà e di conseguenza ne trarranno beneficio sia i nostri club e le leghe nazionali, che le squadre nazionali.
NBA ed Eurolega? Penso che in fasi precedenti di questa relazione, ci siamo esposti troppo, non solo nei confronti del pubblico (che abbiamo l’obbligo di informare sempre), ma più in generale, riguardo alle discussioni, ai disaccordi, alle obiezioni, agli argomenti e controargomenti. Senza essere riservati, credo che gli incontri che hanno luogo debbano essere svolti in un ambiente in cui ognuno mette sul tavolo le proprie strategie future e si può chiaramente vedere come ognuno può muoversi.
Abbiamo una partnership strategica con la NBA – sempre nella relazione dell’assemblea generale di FIBA a cui faccio riferimento, la NBA e il Comitato Olimpico Internazionale sono visti come partner strategici di FIBA.
Abbiamo avviato una convivenza strategica con il CIO per i Giochi Olimpici e per la posizione che ricopre il basket in questi. E abbiamo una partnership con la NBA per far crescere lo sport a livello globale. Come ho detto sin dall’inizio, dobbiamo capire in che direzione stanno andando le nostre squadre, i nostri club, un gruppo molto importante di società europee e provare a far convergere le strategie. Questo è il futuro. Non ci sono dubbi che una coesistenza strategica sarà il futuro.

Anche da un punto di vista economico, coordinare i singoli piani d’azione è fondamentale per permettere al movimento della pallacanestro di crescere.
Questo perché, come ho detto, solo attraverso l’unità la nostra fetta di mercato – parlando in termini commerciali – può crescere, ma non ci sono dubbi che attraverso questa convivenza
saremo capaci di raggiungere alcuni traguardi, come il buon senso nella costruzione dei calendari. Non voglio esprimermi riguardo agli scenari. Ho fatto delle dichiarazioni molto chiare. Penso che le discussioni che hanno luogo possano svolgersi in un’atmosfera positiva e, al di là di ciò, che sia questione di procedere in questo ambiente favorevole e di trovare delle soluzioni. Credo che lo sviluppo di tali scenari non faccia bene né ai nostri tifosi, né alle federazioni.
Penso che le squadre conoscano molto bene cosa ognuna di loro cerca. E sanno molto bene che FIBA è sempre qui per loro. Non ho alcun problema, come ho detto a loro privatamente, a dirlo
pubblicamente: FIBA è qui per tutti.
Il mio ruolo? Non vedo la questione dal punto di vista personale e non lo dico per dimostrare la mia umiltà, lo dico a livello istituzionale. Io vedo una splendida simpatia tra federazioni, vedo una cooperazione in crescita delle federazioni con le leghe, che mi rende molto felice, e allo stesso tempo vedo anche un livello di comunicazione di gran lunga migliore tra i club, sia che giochino in Eurolega che altrove, e le loro federazioni. Essendo molto vicini all’inizio di nuove partite delle nazionali per le Qualificazioni e la nuova fase dei Mondiali, questo è essenziale per noi.
La Basketball Champions League? Penso che la BCL ci sorprenda ogni anno, sia grazie al suo carattere pan-europeo e alla qualità delle squadre, sia grazie alla qualità del torneo finale, che è migliorato di anno in anno. Durante il periodo di pandemia, hanno avuto luogo due fasi finali e mi piacerebbe includere questo nella
nostra strategia globale. Uno degli 8 obiettivi strategici di FIBA è la configurazione di eventi per i club internazionali. Abbiamo la BCL e abbiamo anche BCL Americas. Siamo riusciti a portare a termine tre Final 8 durante la pandemia, due in Europa e una in America. Ogni anno sempre più squadre capiscono come questo evento favorisca lo sviluppo delle squadre, ma anche delle leghe nazionali. Questo è uno dei nostri principi fondamentali: la strada per la BCL passa attraverso il riconoscimento delle leghe nazionali.

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