Abbiamo finalmente una notizia: il 30 settembre inizierà il Campionato di basket femminile con l’anticipo che vedrà di fronte Banco di Sardegna Sassari e La Molisana Campobasso

Non parlo del “tradizionale” Opening day perché non è chiaro se quest’anno si terrà, dato che il calendario ufficiale, pubblicato sul sito LBF, parla di 30 settembre e 1 ottobre ed ha una squadra a “riposo” (Oxygen Roma), che non è chiaro se dovrebbe essere presente ad un eventuale Opening Day come Team osservatore o team non giocatore che dir si voglia.

Indirettamente quindi ci sono altre tre notizie:

- il massimo Campionato Italiano di Pallacanestro Femminile è zoppo, non è stata trovata una squadra disposta a sostituire Lucca, la squadra, che solo sei anni fa aveva vinto lo scudetto, si è ritirata per mancanza di fondi e i 30 disperati che seguivano, anche nei momenti più bui come lo scorso anno, passeranno al divano per vedere le ragazze con la palla a spicchi
- Il massimo Campionato recupera la presenza delle due metropoli: Milano per meriti sportivi e Roma per meriti economici (ha comprato i diritti di Crema, non la squadra di Crema, quella si è in larga parte trasferita a San Martino di Lupari)
- Il massimo Campionato non ha una formula, almeno sul sito LBF non c’è, non si sa se retrocederanno una o due squadre, se ci saranno i play out, etc. etc.

Queste notizie sembrano contraddittorie, ma testimoniano e rafforzano la corrente che da qualche tempo spinge il movimento, ovvero c’è un interesse sempre più ampio intorno alla pallacanestro femminile (piantiamola col basket rosa, anacronistico ai nostri giorni), alimentato prima dall’inserimento delle squadre femminili di due società di A1 Maschile (a proposito Lega maschile e/o Federazione non dovevano incentivare la doppia presenza?) ed ora dalla presenza, per meglio dire dal ritorno, delle due metropoli nazionali nella massima realtà cestistica.

Peccato che, mentre nuove realtà si affacciano in maniera importante al basket femminile, lo zoccolo duro rimanga quello delle palestre di periferia, delle squadre posizionate in luoghi che anche Google Maps fatica a trovare, lontane da autostrade ed aeroporti, con ospitalità e strutture basate sul volontariato e per questo generosissime, ma il più delle volte fatiscenti e che non hanno continuità nel tempo, anche perché le strutture sono davvero superate (un esempio GEAS, quarta classificata, non farà coppe europee perché non può garantire nemmeno l’acqua calda nelle docce)

Se solo 5 delle 18 città (non società) scudettate hanno una presenza in A1, e per fortuna che sono arrivate Roma e Milano perché sarebbero state 3, se facciamo fatica a reggere la concorrenza del volley femminile, usiamo la fantasia: creiamo laboratori di proposte, ripensiamo alle strutture dei campionati, imponiamoci in realtà nuove o che sono scomparse dalla geografia del basket femminile.

In ultimo segnaliamo che l’esperimento LBF TV sembra aver fatto il suo tempo. Collegamenti scadenti o che saltano come Tamberi, con commenti di parte (casalinga), con commentatori che lasciano il microfono per andare a segnalare che probabilmente il tavolo degli arbitri si è sbagliato (abbiamo sentito anche questo); si potrebbero regalare i diritti in chiaro a un'emittente nazionale di buon livello. A qualsiasi orario le voglia trasmettere sicuramente l’introito pubblicitario derivante, pareggerebbe gli incassi al botteghino.

Oggi "Black And White" alle 19 su Nettuno Bologna Uno
FORTITUDO: CI SONO ANCHE GLI STRANIERI