UMANA VENEZIA - KIGILI BOLOGNA 77-72
Prima o poi un gol esterno non previsto dovrà arrivare per recuperare in classifica, ma a far sempre poi e non prima il rischio forte è di non fare più in tempo. Per battere Venezia la Fortitudo avrebbe dovuto fare tutto bene o quasi, ma a regalare 6’ del secondo quarto e prendere 22-5 in un momento in cui nessun tesserato dell’organigramma Fortitudo tranne forse il radiocronista ha azzeccato una mossa, è chiaro che si fa fatica. Questione di episodi, come si suol dire, ma il campionato intanto va avanti, impietoso.
Si parte subito con l’amaro calice di un attacco statico e primo di idee, con assalti fragili e 11-4 interno dopo poco. Serve un po’ di zona e qualche giocatore più dinamico per restare a galla: Procida fa numero in penetrazione e tripla successiva per il -1, Frazier bissa e in un amen è sorpasso, 19-17.
Il nuovo assetto e le miste dietro sono cosa buona, anche se mancano centimetri e qualche appoggio facile: c’è il vantaggio (25-19) ma non come sarebbe potuto essere, e in questi casi si sa cosa succede, con la famosa legge dei gol sbagliati e gol presi. Anche Venezia a zona, e 0-15 per il controsorpasso: Theodore fa quel che vuole, l’attacco si ripianta, ed è la mucca che calcia il latte munto. Si precipita fino a -11 (41-30), ma tra la mollezza del duo Aradori-Feldeine (doppia virgola all’intervallo) e gancetti non fortunati di Groselle poco altro si può fare. 43-34 Venezia al 20’.
Tradita dagli esterni e strutturalmente impossibilitata a reggere su certi ruoli, Bologna galleggia con rassegnazione senza idee su dove andare a cercare una maniglia a cui aggrapparsi per tentare di uscirne fuori, piomba a -16 e non annega ringraziando il primo segnale di un altrimenti fin qui desolante Feldeine e la voglia di riscatto dell’ex Charalampopoulos. Si rosicchia qualcosa con Fantinelli a tenere la squadra più unita rispetto al titolare, 60-53 Venezia al 30’.
Due azioni sciagurate di Feldeine e una persa di Procida buttano al vento la possibilità di arrivare ancora più vicini, con varie ciccate per il possibile -4. Gli errori di Feldeine sono più veloci di quanto non si riesca ad aggiornare l’articolo, Charalampopoulos due volte è corto da 3, ed è nuovamente tanta fatica. Non si dovrebbe lasciare per strada nulla, ma le tasche non sono abbastanza cucite per evitare sperperi. Cerella tira in faccia ad Aradori il +11 a 3’ dalla fine, Groselle manda due liberi addosso ai piccioni di Piazza San Marco – che da Mestre mica sono tanto vicini, eh – e Venezia deve solo gestire. Durham piange su un recupero buono dato falloso, ma a mettere i chiodi sulla bara, peraltro già abbastanza saldata, è un rimbalzo che sfugge dalle mani di Benzing. Venezia concede ancora qualcosa, come il primo cesto della gara di Aradori, ma è tardi. Gioco, partita, incontro.
(foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)