Molto acerba e forse nemmeno tanto amata da staff tecnici che preferirebbero avere ancora tempo per esperimenti amichevoli e non gare ufficiali con referti e punteggi da dare agli archivi, la Supercoppa deve essere vista appunto per quel che è, ovvero una versione più nobile dei tornei tardo estivi senza l'assillo del risultato ma anche la necessità di mostrare di sè una immagine degna e decente. Onori ed oneri per tutti, quindi anche per la Fortitudo che inizia domani a Piacenza per poi trasferirsi sabato all'esordio casalingo, che come nella scorsa annata sarà nell'"esilio" di San Lazzaro e non al Paladozza. Supercoppa vinta due volte dalla Effe, 2016 e 2018: quasi rimossa la prima, di buon auspicio la seconda, dato che fu l'inizio di una stagione con qualche, qualche, soddisfazione.

Poi le ultime tre annate, due delle quali in A2, tutte in qualche modo sintomatiche di quello che sarebbe successo durante l'anno: le fatiche del 2020, dove però arrivò una sorprendente vittoria in un derby giocato nella curiosa location del Paladozza, sì, ma come casa Virtus. L'imbarazzante 2021, la peggiore del lotto, e sappiamo come andò a finire. L'ondivago 2022, capendo subito che la squadra sarebbe stata talentuosa ma anche discretamente discontinua, vai a capire perchè.

Quindi, andiamo a vedere la nuova Fortitudo di Caja (e di Tedeschi) con curiosità ma con il dovere di non dover prendere nulla come oro colato, nel bene come nel male, perchè appunto di amichevoli un po' più che ufficiali si tratta. Se ci saranno buone cose allora sarà un buon inizio ma rondini che non porteranno primavera, se ci saranno cose meno buone si eviti il fasciarsi la testa e l'inizio delle lamentazioni. D'altronde, sarebbe come giudicare uno studente da come consegna il temino fatto sulle vacanze.

Almeno, quello sì, si ritorna a giocare. Dopo un po' di mesi e dopo tante sfide e parole su proprietà e società, meglio che sia di nuovo il pallone, a parlare. Anche se adesso saranno sussurri, più che frasi.

(Foto Giacomo Lodolo)

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