La giornata di relativa tranquillità che ci si aspettava, dopo varie esperienze di fatica nel tenere lo stesso ritmo lungo tutto il corso dei 40’. La Fortitudo torna al Paladozza e torna a vincere matando Rimini senza mai perdere il contatto con il vantaggio o quasi, trovando i giusti protagonisti nei giusti momenti e, una volta trovata la giusta confidenza con il canestro, mai ha rischiato di farsi riportare nel certame della domenica pur subendo qualcosa a rimbalzo ma riuscendo, comunque, a contenere anche i secondi tiri concessi.

Si parte con Rimini che butta subito addosso alla partita il pepe di chi ragiona di corri e tira, anzi corre e tira senza nemmeno bisogno di ragionare. Meglio Johnson che il confuso e infelice Ogbeide, mentre la Fortitudo – con Italiano in quintetto – si limita ad evitare danni e parte meglio perché un conto è tirare, un conto è fare canestro. Barbante sale con buona mano, i cambi riminesi corrono ancora più dei titolari, 20-16 al 10’.

Sofferente a rimbalzo difensivo ma discreta comunque nel non concedere tiri facili ai romagnoli, la Foritutdo tiene un po’ di vantaggio grazie ai cesti con successivi urlacci di Cucci, e per qualche minuto si resta avanti senza grossi patemi. Poi le mani si fanno di pietra pur con buon giro di palla, dietro si sbarella in due occasioni e Rimini, pur ciccandone due su tre, arriva ad impattarla a quota 32. Tocca tornare da Cucci e Italiano, unici veramente ispirati davanti, per rimettere qualche punto tra le due squadre. Aradori sbaglia il suo settimo su otto, Tassinari lo imita, 37-34 al 20’.

L’infinito numero di extrapossessi riminesi non fa tanto male, perché se da una parte si tira mille volte e mille si sbaglia e dall’altra Aradori con due triple riscatta il ghiaccio del preintervallo, allora è un attimo scavare un 47-38. Barbante sacrifica il naso in una azione difensiva, ma intanto in campo, come si suol dire, c’è solo Bologna. Aradori continua, Italiano è nella comfort zone più comfort che ci sia, e si scavalla la decina. Cucci fa +14, poi è 61-50 al 30’.

La pancia si fa capanna con doppia zingarata di Panni e tripla di Fantinelli per il ventello, poi il resto è il classico lungo garbage time dove nessuno vuole né provare ad esagerare né a limitare i danni, e allora ci si porta piano piano verso il 40’ senza grossi problemi.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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