Pietro Aradori è stato sentito da QS. Un estratto dell'intervista.

"Penso che la sosta sia giusta. Forse si poteva attendere, non si doveva per forza essere i primi a fare un passo indietro, ma è abbastanza normale. Sono un giocatore, ovvio che voglia tornare il prima possibile a fare quello che mi piace, giocare a basket.
Le naturalizzazioni? Le strade sono due. C'è chi prende il passaporto, ottenendone un vantaggio a livello di carriera di club diventando comunitario, e chi acquisisce la nazionalità per matrimonio. In questo ultimo caso faccio l'esempio di Anthony Maestranzi e Jeff Brooks: giocatori che hanno impegnato le loro estati per la Nazionale e sono diventati amici e compagni. Niente contro nessuno, ma siamo sempre qui a parlare di naturalizzare tutti creando solo confusione. Serve di base una Nazionale di livello, perché dei naturalizzati ne può giocare alla fine solo uno. E in fin dei conti, non parliamo di star mondiali: si rischia di fare dei torti a qualcuno. Null'altro.
Scudetto alla Virtus? A mio modo di vedere il tricolore lo si vince sul campo, nei playoff. In altro modo, parlo per me, non lo vorrei. L'addio la scorsa estate? Ho solo preso atto di una situazione e fatto le mie scelte. La Fortitudo è stata un'occasione colta, e non ho avuto alcun problema. Chi alza la cresta lo ha fatto via social, per strada solo complimenti".


(FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO )

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