I MIEI ALLENATORI: ANDREA MAZZON E LA MOTOSEGA
“Salve coach Mazzon, scrivo per Bolognabasket e volevo dirle che lei assomiglia in modo incredibile al mio allenatore UISP, Bruno Cervesi”. “Spero di essere alla sua altezza” rispose lui, che peraltro non avrebbe nemmeno potuto prendermi a sberle, visto che si presentò alla presentazione con una mano fasciata per via di un incidente domestico con una falciatrice, o quello che era. Motosega Mazzon arrivò in Fortitudo dopo il no di Stefano Pillastrini, che non aveva accettato un discorso del tipo “Senti, noi vogliamo che torni Repesa. Quindi tu stai lì buono ad aspettare, che se ci dà buca ti firmiamo”. Vista poi la fine che fece Pilla, nella Virtus di Conroy eccetera, e visto che nel 2007-08 in Fortitudo gli stipendi ancora arrivavano, forse avrebbe fatto bene ad aspettare. Mazzon, invece, disse che non era un problema essere la seconda scelta, se la prima era Jasminone, e quindi si stapparono gli spumanti per la firma.
Era una Fortitudo da ricostruire, con un Sacrati ancora normale che, in una amichevole precampionato a Bolzano contro il CSKA di Ettore Messina, si avvicinò al tavolino della stampa e, dopo una celentanica pausa, gridò “Abbiamo ripreso Bagaric!”, per poi iniziare a fare l’aeroplano in modalità Montella. Ed era un Fortitudo che, dopo 10 anni, non aveva nemmeno l’Eurolega da disputare: era stata iscritta alla Coppa secondaria, e con una wildcard: peggio dell’anno prima non si poteva fare, ma i problemi vennero subito al pettine, pure qua.
Troppo alterno Horace Jenkins in regia, ma soprattutto troppo pesante una squadra che aveva un 3 a fare il 2 (Torres), un 4 a fare il 3 (Mancinelli), e un 5 a fare il 4 (Cittadini), oltre ad un confermato James Thomas – a prezzo rialzato dopo essere abboccati alle dichiarazioni di Sabatini, che garantiva il suo arrivo in Virtus – che però, come voglia e risultati, era la metà dell’anno prima. La Fortitudo, griffata UPIM, continuò nell’andazzo che già era dell’anno prima, ovvero vincendone poche, a fatica, e sbarellandone troppe. Certo, c’era stata la vittoria nel derby (quello che Sabatini avrebbe voluto giocare con la juniores), ma anche quella metà classifica mediocre che rendeva tutto grigio. Certo, se il quattro titolare Spencer Nelson fosse stato integro e non rotto, sarebbe stata un’altra squadra, ma così andarono le cose, e anche Mazzon, come già Frates e Ataman, salutò dopo una sconfitta con Milano. Aveva mangiato il panettone, ma non arrivò al brindisi di Capodanno, dato che il tutto avvenne il 31 dicembre 2007.
Bruno Cervesi, allenatore dell’ADF Campetto, non è mai stato esonerato, invece.
Era una Fortitudo da ricostruire, con un Sacrati ancora normale che, in una amichevole precampionato a Bolzano contro il CSKA di Ettore Messina, si avvicinò al tavolino della stampa e, dopo una celentanica pausa, gridò “Abbiamo ripreso Bagaric!”, per poi iniziare a fare l’aeroplano in modalità Montella. Ed era un Fortitudo che, dopo 10 anni, non aveva nemmeno l’Eurolega da disputare: era stata iscritta alla Coppa secondaria, e con una wildcard: peggio dell’anno prima non si poteva fare, ma i problemi vennero subito al pettine, pure qua.
Troppo alterno Horace Jenkins in regia, ma soprattutto troppo pesante una squadra che aveva un 3 a fare il 2 (Torres), un 4 a fare il 3 (Mancinelli), e un 5 a fare il 4 (Cittadini), oltre ad un confermato James Thomas – a prezzo rialzato dopo essere abboccati alle dichiarazioni di Sabatini, che garantiva il suo arrivo in Virtus – che però, come voglia e risultati, era la metà dell’anno prima. La Fortitudo, griffata UPIM, continuò nell’andazzo che già era dell’anno prima, ovvero vincendone poche, a fatica, e sbarellandone troppe. Certo, c’era stata la vittoria nel derby (quello che Sabatini avrebbe voluto giocare con la juniores), ma anche quella metà classifica mediocre che rendeva tutto grigio. Certo, se il quattro titolare Spencer Nelson fosse stato integro e non rotto, sarebbe stata un’altra squadra, ma così andarono le cose, e anche Mazzon, come già Frates e Ataman, salutò dopo una sconfitta con Milano. Aveva mangiato il panettone, ma non arrivò al brindisi di Capodanno, dato che il tutto avvenne il 31 dicembre 2007.
Bruno Cervesi, allenatore dell’ADF Campetto, non è mai stato esonerato, invece.