Per Pino Sacripanti la partita contro Cantù non mai è uguale alle altre. La Provincia ha sentito in merito il coach bianconero.
Ecco un estratto delle sue parole:

Conosco Pashutin, un coach di spessore che ha vissuto momenti “top” di basket. Ci sono stati due innesti di grande valore come Mitchell e Jefferson, poi vedo grande atletismo e fisicità.

Il progetto per il nuovo palasport? Tanto di cappello ad Andrea Mauri e a Claudio Vassallo se, dopo tanto lavoro, riusciranno a essere gli artefici della nuova casa di Cantù: spero tantissimo che andrà in porto. E poi vorrei aggiungere io una cosa: tengo tantissimo al settore giovanile, è la cosa che più mi lega a Cantù. Ora ci gioca mio nipote, un 2003, che ha battuto Varese nel derby. Vedere poi il lavoro di Fabio Borghi nella sistemazione della tensostruttura di Albate per fai-giocare i ragazzi del territorio è una soddisfazione personale, perché stato un mio giocatore.

La sua Virtus è... Una squadra costruita con equilibrio. Ripartendo da Aradori, Pajola e Baldi Rossi, siamo andati alla ricerca di giocatori che si incastrassero bene. Diciamo
che c'era grande voglia di Europa, ben ripagata: finora le abbiamo vinte tutte, siamo a due partite dalla qualificazione, lo scorso anno nessuna italiana aveva passato il girone in Champions League.

E il campionato? Il calendario non ci ha aiutati. Milano a parte, contro Cremona si è fatta sentire la poca abitudine al doppio impegno, contro Venezia dopo l'infortunio di Martin ci siamo un po' squagliati. Ma almeno contro Cantù ci sarà Qvale, seppur con minutaggio ridotto.

L’emozione è sempre alta, così come il numero di messaggini che ricevo. Ma ci sono due punti in palio ed è questo che conta per noi: dovremo disputare una grande partita.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91